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IL GIARDINO: STORIA, LEGGENDE E MITOLOGIE Conoscersi attraverso un simbolo di Laura TUSSI Il giardino può apparire come un bosco sacro, microcosmo in cui tutto è possibile e realizzabile, luogo magico, collegato alla “grande madre” degli animali, della fertilità, della vita in cui esistono esseri animati protetti da un ambiente incantato, recintato ed appartato, in cui crescono piante miracolose con la capacità di risanare gli uomini ed in qualche caso di concedere l’immortalità. Il mito del bosco sacro e della Potnia, grande madre, protetta in uno spazio recintato, permane nei secoli. Anche quando il giardino, oltre il periodo del Medioevo, diventa uno spazio molto più ampio dell’hortus conclusus, compaiono le tipologie di giardino segreto o i grandi parchi barocchi intrisi sempre dell’idea di microcosmo di spazio/ambiente intimo, protetto, segreto e magico. Tutta la tradizione del giardino come luogo in cui gli animali sono mansueti, non aggrediscono l’uomo è una consuetudine che permane nell’immaginario mitologico, come i paradisi persiani che poi diventano serragli e luoghi in cui gli animali sono tenuti come segni, simboli e memorie dell’antico bosco sacro, non certo per adibirli alla caccia, ma come elemento da gestire in una serie di funzioni che rimandano in ultima istanza a questo simbolo ricco di significato: il giardino. Nell’orto delle Esperidi erano conservati pomi d’oro e frutti che concedevano l’eterna giovinezza, l’immortalità e rientrano nel novero dei miti come quello del giardino rinascimentale dove si fanno follie pur di coltivare agrumi, non solo in Italia, ma anche negli orti delle grandi regge nord europee, in cui si trovano mille espedienti pur di garantire, all’interno dei giardini, la coltura di questi “pomi d’oro” di eterna giovinezza. Il giardino è un luogo essenzialmente, sostanzialmente, esclusivamente artificiale, creato dall’uomo per l’uomo. Si tratta spesso di giardini naturali, ma non hanno niente a che vedere con quanto sta intorno. Laura Tussi
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