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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Se dovessimo raffigurare qualcosa di sfuggente ma violento come può esserlo il desiderio, che immagine sceglieremmo?
Forse quella che più di tutte ci parla dell’ambivalenza erotica, la Marilyn di Warhol: un volto statico e mobile, popolare e raffinato, tenero e provocante, angelico e carnale, in cui trova espressione quell’impulso verso l’oggetto che sempre è doppiato dall’impossibilità di raggiungerlo. Con le sue palpebre abbassate è noi che chiama, ci vuole ma sembra dire «non mi avrai», come quegli amori che credevamo di avere ma non abbiamo avuto, farfalle che entrano nel retino per uscirne un secondo dopo.Indice
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Il libro si inserisce nella collana ICONE diretta da Massimo Cacciari, in cui ciascun autore ha letto un certo tema a partire dalla lettura di una sola opera d'arte. L'immagine scelta dall'autrice è stata la Orange Marilyn di Andy Warhol ed è stata utilizzata come descrittore del tema del desiderio. Interessante disamina di questa opera della pop art con tanti rimandi culturali, che ci fanno capire che anche questi prodotti seriali apparentemente legati al consumo siano opere di raffinata complessità.
In linea con l’impostazione di questa pregevole collana, l’opera prescelta è inquadrata nel contesto storico e culturale ed è messa in dialogo con i lavori di altri autori. La Orange Marilyn è una sorta di icona della modernità, rimanda a meccanismi e tecniche di (ri)produzione da società capitalista, ma al contempo assume valenze universali legate al desiderio, alla perenne oscillazione tra attrazione e mancata soddisfazione. Warhol pare rinunciare allo status di autore, parte da materiali preesistenti (la foto dal set di ‘Niagara’) e sceglie la serigrafia al posto del dipinto. Mantiene però lucidità e consapevolezza in ogni fase del processo creativo, sceglie come soggetto una donna / diva che somma in sé fragilità e forza, vulnerabile sul piano affettivo e insieme decisa a rivendicare autonomia e indipendenza, oltre la maschera di una bellezza fintamente ingenua e disponibile. La Vettese ripercorre l’evoluzione della figura femminile, prima nella ritrattistica e poi nella percezione socio-culturale del secondo ‘900, con riferimenti pertinenti a tutte le arti figurative, dalla fotografia al cinema. Il risultato è un lavoro ricco di stimoli e riflessioni, che richiede attenzione, ma si presta ad una lettura fluida.
Marilyn è un'indiscussa e universale icona del desiderio, un vero e proprio mito. La "Orange Marilyn", che Andy Warhol serigrafò nel 1964, "sarebbe tra le cinque opere più costose di tutti i tempi, e quindi uno dei momenti più spettacolari della storia della cultura". Nel 2018 sarebbe stata acquistata per 250 milioni di dollari dal finanziere Kenneth Griffin. Scrive l'autrice: "La Orange Marilyn mostra lo sguardo nebbioso degli assonnati, dello svenimento o dell'orgasmo, che la lingua francese non a caso chiama la 'petit mort' ".Lo sguardo, ovvero gli occhi, viene paragonato a quello dell' "Estasi di Santa Teresa d'Avila", scolpita da Gian Lorenzo Bernini. Per realizzare l'opera Warhol utilizzò il poster del film "Niagara", di cui Marilyn era interprete. Per il formato scelse il quadrato, che rimanda, scrive la Vettese, al "Quadrato nero su fondo bianco " di Kazimir Malevic, che si può considerare erede consapevole dell'icona cristiana-ortodossa. La "Gold Marilyn" del 1962, con il suo formato rettangolare e il suo oro, rimanda alla pittura di devozione dei santini popolari. P. P. Pasolini "ha accostato le teste appiattite di Warhol a quelle bizantine", e, per l'autrice, la Orange Marilyn ricorda, per raffinatezza, i mosaici ravennati.
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