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Il prof. Andreoli si è cimentato su un tema decisivo, il denaro, e sul rapporto tra economia e psicologia/psichiatria. Ne esce una trattazione molto interessante e proficua, non priva di divertenti accenni autobiografici e riferimenti all'attualità sociale. Si riferisce anche all'ambito religioso, ed in questo senso concordo su alcune analisi del sacro e della storia della Chiesa ma non su altri, come l'interpretazione molto personale della parabola del buon samaritano, che se avesse letto nella sua esegesi biblica più vera avrebbe sicuramente accostato con diversa sensibilità. Nel complesso il volume è molto positivo e da leggere: contiene spunti interessanti per tutti.
L'ho letto per la scuola ed è stato un vero e proprio insegnamento di vita, se così posso dire. Mette di fronte ad una realtà forse difficile da accettare, ma vera. Lo consiglio veramente, anche ai più giovani, perché fa riflettere!
Un libro la cui lettura diventa necessaria per comprendere uno degli aspetti più controversi della società contemporanea: il rapporto con il denaro. Un prezioso strumento visto non più solo come un mezzo ma che diventa un fine e, spesso, l'unico metro per misurare il peso sociale delle persone. Il denaro ha così una doppia faccia, quella buona che innalza a semidio chi lo possiede e ne fa uso, e quella cattiva, che mortifica e condanna ad un'esistenza ignobile chi ne è sprovvisto. Testo di gradevolissima lettura e facile comprensione, ad eccezione dei proverbi latini cui spesso ricorre l'autore, non certo alla portata di tutti. La patologia del denaro è ormai così vasta e radicata nella società tanto da dover chiamare in causa uno psichiatra per decifrarne gli effetti. Il tanto ambito denaro viene qui vilipeso, demonizzato e maledetto ma, che piaccia o meno, è e sarà sempre il miglior amico dell'uomo.
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