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Una radiografia di quello che Philippe Muray ha chiamato «L'impero del Bene». Una critica sferzante al totalitarismo morbido esercitato in nome dei «buoni sentimenti».
Consigliato!
E' il dibattito del momento: esiste o non esiste la cosiddetta teoria di genere? De Benoist dimostra che esiste, nominando tutti i suoi teorici e citando brani dei loro libri. La teoria nacque da una costola della seconda ondata del movimento femminista, il quale pensò bene che, per raggiungere la parità tra uomini e donne, occorresse far sparire i concetti stessi di uomo e donna. Noi, cioè, non nasciamo uomini o donne, ma lo diventiamo con l'educazione: se io mi sento donna, non è perché lo sono nata, ma perché sono stata trattata così. Se mi avessero trattata da uomo, oggi mi sentirei uomo. Dagli ambienti femministi, la teoria di genere è passata negli ambienti GLBT e, quel che è peggio, nel sistema educativo. Il libro fa molti esempi. In Svezia esistono asili per "bambini neutri", così come esiste il "gender neutral parenting". Negli asili si fanno sparire i giocattoli "sessisti" e si lasciano solo quelli dalle forme geometriche, ecc. Per non parlare poi del fatto che, con la scusa di "educare alla parità di genere", si sta introducendo l'educazione sesuale fin dall'asilo, con una consegiente sessualizzazione sempre più precoce dei bambini. De Benoist mostra molto bene la follia e soprattutto l'infondatezza di questa teoria e i danni che potrà provocare. Oltretutto, se, secondo la comunità GLBT, la teoria di genere non esiste, perché continua a fare crociate contro tutti quelli che la denunciano? Io non perderei tempo ed energia a fare crociate contro uno che parla di qualcosa che non esiste. Molto interessante, nell'ultimo capitolo, anche l'analisi delle cause della crisi crescente tra uomini e donne (che tra l'altro sono le stesse che avevo individuato anch'io). Do al libro 4* e non 5 perché ho trovato le appendici inutili e perché il traduttore non sa che in italiano non si fa il plurale delle parole straniere.
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