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"Non abbiamo ancora esempio nelle passate età, dei progressi di un incivilimento smisurato, e di uno snaturamento senza limiti. Ma se non torneremo indietro, i nostri discendenti lasceranno questo esempio ai loro posteri, se avranno posteri".
(Giacomo Leopardi).
Con questo terzo volume prosegue la pubblicazione dell'edizione tematica dello "Zibaldone" leopardiano, che ha già visto l'uscita dei volumi "Trattato delle passioni" e "Manuale di filosofia pratica". Si entra così nel pieno dell'argomentazione filosofica di Leopardi. Non a caso, nei "Disegni letterari" il poeta ebbe modo di definire il "Della natura degli uomini e delle cose" come l'opera che avrebbe contenuto la sua metafisica, aggiungendo che sarebbe stata l'opera della sua vita. E infatti in questo libro si tratta dei più arditi problemi filosofici: l'essere e il nulla, l'infinito dei mondi, spazio e tempo, Dio, ma anche degli effetti che la "Civiltà", portata alle sua estreme conseguenze, determina sull'uomo e sulla natura: la morte delle illusioni è allora parallela alla distruzione della «salvatichezza» in natura. E' poi affrontato tutto il problema della natura nei suoi vari significati: caso e necessità, ma anche luogo primitivo e originario da difendere contro ogni alterazione. In questo libro si tocca l'acme della modernità del messaggio leopardiano: proprio nelle pagine che riguardano il rapporto tra uomo e natura, e tra uomo e uomo la parola del poeta diviene salvaguardia della diversità. Leopardi si manifesta così, ante litteram, filosofo della differenza.
PIANO DELL'OPERA.
I. Trattato delle passioni.II. Manuale di filosofia pratica.III. Della natura degli uomini e delle cose.IV. Teorica delle arti, lettere. Parte speculativa.V. Teorica delle arti, lettere. Parte pratica.VI. Memorie della mia vita.
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