Un giornalista cinquantenne - che è stato sessantottino e oggi segue il movimento no global - dopo essere stato a Genova e a Porto Alegre racconta quello che ha visto e prova a ricostruire la storia di questo movimento, rileggendola in parallelo con quella del '68. Nell'anima dei no-global individua una caratteristica speciale, che nessun movimento politico ha mai avuto: il popolo di Genova, di Seattle e di Porto Alegre non vuole il potere. Non vuole strutturarsi secondo i canoni della politca istituzionale, non distingue più tra mezzi e fini. Eppure non si fa rinchiudere nel limbo dell'Utopia: è concreto, chiede vittorie globali, chiede regole che governino lo sviluppo, chiede il rispetto dei diritti naturali di tutti gli uomini. )
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