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"L'idea innovativa la si riconosce dal fatto che ci sorprende. Maggiore è la sorpresa, quanto più innovativa è l'idea". Questa fulminante, anche se un poco tautologica, definizione è molto significativa poiché viene da Helga Nowotny (http://www.helga-nowotny.at/), studiosa di fama mondiale sui temi di sociologia della scienza e della tecnologia, ma anche vicepresidente e fondatrice dell'European Research Council (http://erc.europa.eu/). Questa istituzione rappresenta infatti il nuovissimo strumento teso a creare uno spazio comune per la ricerca scientifica europea, in tutti i settori, sia delle scienze umane sia di quelle naturali. La curiosità insaziabile del titolo è allora l'emblema di una ricerca, quasi mitica, dell'innovazione. Nel saggio si distingue con precisione la differenza fra renovatio, la nuova fondazione di un antico ordinamento oggetto di ammirazione come è accaduto nel Rinascimento rispetto al mondo classico , e innovatio. Oggi è subentrata la"innovatio a cui si sono date le società moderne, in grado di intraprendere dei cambiamenti, oltre che pronte a farlo. Il nuovo non viene cercato per amore del nuovo, per quanto storicamente unica possa essere stata la preferenza per il nuovo della scienza naturale moderna: il nuovo deve piuttosto produrre continuamente novità che a loro volta ampliano il margine d'azione e delle possibilità. L'audacia per un futuro imprevedibile e fragile è tuttavia necessaria. L'ampliamento delle possibilità dell'agire e del margine d'azione aumenta la complessità di quanto accade e pertanto anche l'incertezza relativa all'esito. L'idea di programmabilità che ha accompagnato sin dall'inizio la modernità si è ormai rivelata da molto tempo un illusorio sogno di controllabilità. Tuttavia, bisogna ancora imparare a vivere la vita con l'incertezza che è inseparabilmente legata alla innovatio". "L'innovazione suggerisce piuttosto di essere la nuova carta di navigazione aggiornata che dovrebbe aiutare a orientarsi nel difficile viaggio verso un futuro fragile (
) L'innovazione ricorda che c'è sempre la possibilità di fallire e incita tuttavia a proseguire il viaggio".
Come si comprende, il libro di Nowotny è un saggio di sociologia della conoscenza, spesso difficilino, sotto la scorza di brillante scrittura, e insieme un pamphlet intelligente e sofisticato a sostegno della scienza e della tecnologia, come fonti di cambiamento. E se si è perduta la fiducia nelle capacità di rivoluzione sociale e politica innescate dalla scienza, in alcune parti, attinge a quella sana sfera utopica che ha come riferimento John B.S. Haldane e il suo Daedalus or Science and the Future (http://www.cscs.umich.edu/~crshalizi/Daedalus.html). La grande invenzione filosofica di Bensalem e della Nuova Atlantide di Francesco Bacone ha prefigurato l'istituzione della Royal Society. Perché non sperare allora che opere come quelle di Nowotny siano levatrici di aggiornati strumenti di cambiamento? L'incertezza, la fragilità del futuro, la coscienza di poter fallire, il coraggio di cercare appartengono a una poetica prometeica, ma ben si accordano con la visione di Haldane: "I have the doubt that in reality the future will be vastly more surprising than anything I can imagine. Now my own suspicion is that the universe is not only queerer than we suppose, but queerer than we can suppose (
) I suspect that there are more things in heaven and earth than are dreamed of, or can be dreamed of, in any philosophy" (Possible Worlds and Other Essays, 1927).
Aldo Fasolo
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