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KOHUT, HEINZ, Potere, coraggio e narcisismo, Astrolabio, 1986
KOHUT, HEINZ, La cura psicoanalitica, Boringhieri, 1986
recensione di Viacava, A., L'Indice 1987, n. 5
Entrambi questi libri, usciti postumi, non aggiungono molto di nuovo alla teoria del sé formulata e illustrata dall'autore in "Narcisismo e analisi del sé", "La guarigione del sé", "La ricerca del sé" (Boringhieri) e al suo fondamento: che nella situazione psicoanalitica il sé difettoso del paziente con disturbo narcisistico stabilisca un "arco di tensione che gli permette di compiere il suo sviluppo fino ad accedere ad una vita appagante, creativa, produttiva. La premessa teorica è che sotto lo strato conflittuale edipico descritto da Freud, esista nell'inconscio uno strato depressivo caratterizzato da rabbia narcisistica diffusa e che questo difetto renda il paziente incapace di passare psichicamente indenne attraverso le successive tappe evolutive.
La cura psicoanalitica nasce come risposta ad alcune questioni sollevate soprattutto dopo la pubblicazione di "La guarigione del sé": Kohut considera inutile tentare di far aderire a tutti i costi la storia del paziente a un modello metapsicologico e nega l'effetto terapeutico del "rendere conscio l'inconscio" freudiano: secondo lui nei disturbi narcisistici gravi, almeno, la fonte della sofferenza è spesso impossibile oltreché inutile da verbalizzare, ma non impossibile da curare. La cura non potendo limitarsi a analizzare le difese e l'evoluzione della trasiazione, deve appunto poter costituire in un clima empatico una relazione sé oggetto-sé in evoluzione: salute dunque non come rinuncia all'oggetto-sé (l'altro significativo) in nome di una autonomia artistica, ma come interdipendenza matura (ma chi ha mai detto il contrario?). Potere coraggio e narcicismo, concepito più per lettori che non conoscono l'autore, è una raccolta di scritti di Kohut su psicologia de sé e scienze umane: dalla storia alla letteratura alla musica, con un particolare interesse per Churchill e per Hitler e il rapporto gruppocapo carismatico.
Il libro comprende alcuni scritti già editi in precedenza sul tema psicologia del sé-storia e una parte finale di intervista dello storico Charles B. Strozier sul significato psicologico della storia, della cultura, della religione, che testimoniano la lucida vivacità di Kohut fino alla fine nello stabilire connessioni originali valga per tutte la parte in cui spiega come "tra l'arte e l'azione politica il confine non è così netto come vorremmo credere". Anche in questi libri lo stile è come sempre chiaro e godibile, il contributo teorico e clinico di indubbia rilevanza, anche qui come nei precedenti è curiosa la posizione dell'autore che si considera un pioniere isolato senza tener conto delle evidenti affinità con altri autori, Sullivan da un lato, Guntrip, Malher, Jacobson dall'altro. Per non parlare di Winnicott.
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