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Anno edizione: 2013
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Per essere un film italiano interpretato da attori non tutti professionisti "scafati" non è malaccio, la storia anzi è interessante. Da vedere..
Claudio Bisio è alternativo anche al cinema, ha il ruolo di una persona dalla doppia personalità, carattere poco sfruttato dal cinema. Brava la Rocca..
Il film ricorda atmosfere alla Batman, notturni in edifici angusti, luridi angiporti che ben rendono l'idea di Sandrone, che pur nella finzione della doppia personalità, forse vuole fare il verso in modo gigionesco ai personaggi dei fumetti, a metà strada tra il noir e la detective-story in luoghi che potrebbero ritrovarsi in una qualsiasi grande metropoli ed invece è semplicemente Cremona, anche qui con una sorta di giocoso intento di fondo. Le scene spesso si accavallano, in specie all'inizio, fino a dipanarsi a poco a poco per darci infine un filone narrativo più uniforme. Stefania Rocca, bellissima e impeccabile, ha il fascino della donna dei bassifondi, vissuta e affascinante. Che dire poi dell'amico che esamina la pistola? Egli vive in un luogo che ancor più dà l'idea di una dimensione senza tempo, tra vecchi macchinari, come in un'astronave naufragata in un altro pianeta, avulsa dal contesto degli uomini, così come sono un po' tutti questi personaggi, nevrotici, soli, dissociati, disperati, proprio come Sandrone che ne è l'epitome e che, da bambino senza identità, ancora vive con la madre, la ben ritrovata Gisella Sofio.Borgnine è simpaticissimo, fa tenerezza e al contempo è come catapultato in questo film direttamente dai western, ed ora padre putativo, suo malgrado, di un Sandrone senza modello paterno, bisognoso di consigli. Si ubriacano insieme in una sorta di tacito sodalizio ed insieme vanno solo per luoghi malfamati. Ma Sandrone è un'anima in pena, che però ogni volta si riscatta compiendo il bene. Bella la scena finale di lui, che viene baciato con calore dalla Rocca e come un Cincinnato accetta di andare a fare il guardiano di una giostra, su cui, dice, potrà anche fare un giro. Di nuovo la dimensione incrociata a chiasma ottico tra Sandrone buono/violento e bambino/adulto in un intreccio di combinazioni che danno sempre la stessa atmosfera di sogno che alita un po' su tutto il film complici le scene di notte e di interni, analoghi a quelli della mente e della coscienza, bui, vaghi e indefiniti.
Recensioni
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