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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2023
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Finalista Premio letterario Chianti 2021
«Si sa, esistono persone che per disperazione tornano indietro nel passato e se lo rifanno a gusto loro.»
«Ascoltando un programma radiofonico, mia madre sentì dire che un giovane scrittore per poter essere pubblicato doveva farsi leggere dal suo scrittore preferito. Squadernai l'elenco telefonico e chiamai Giorgio Manganelli. Era il maggio del 1892» – Romana Petri
«Una scrittrice intensamente visiva, cromatica, e insieme incline al gioco enigmatico» – Giorgio Manganelli
Il protagonista di questo romanzo è il padre di Norama Tripe ed è uno scrittore. Non lo è da subito, lo diventa quando ruba un trattore a Barcellona, scappa a Siviglia, trova lavoro in un magazzino di granaglie e lì comincia a leggere. E dopo aver tanto letto, scrive. Il padre di Norama Tripe, fuggendo a cavallo del trattore, ha lasciato dietro di sé una moglie, una domestica rimbambita e la piccola Norama Tripe, che anni dopo, quando ha imparato a leggere, vede su un giornale la foto del padre che, dal vivo, non aveva quasi mai visto. E decide di andare a cercarlo, per riprenderselo. Tuttavia il padre di Norama Tripe, che di nome fa Jorge, di paterno non ha niente. Dorme nel magazzino di granaglie nonostante il suo editore gli abbia donato una casa e nonostante abbia una devota amica, Dolores, con la quale ogni tanto va a letto e che probabilmente ama. Il padre di Norama Tripe, che è ormai un grande e venerato scrittore spagnolo, desidera restare il pessimo padre che è sempre stato, ma desidera soprattutto che la figlia non metta mai le mani su ciò che ha scritto. La teme, teme che il suo essere pessimo l'abbia resa rancorosa, non verso di lui, ma verso le parole, l'unica cosa di cui gli importi. Anche della signora Dolores gli importa, in un certo senso, perché a lei è toccata la tenacia di attenderlo per tutta la giovinezza. Dopo i libri dedicati alle vite di Jack London e Mario Petri, Romana Petri ha scritto un romanzo tutto esatto e tutto mentito che racconta anche, dal punto di vista di Norama Tripe (anagramma del nome dell'autrice), la biografia fantastica di Giorgio Manganelli, ripercorrendo, in una Spagna altrettanto fantastica, la vicenda privata e editoriale del grande scrittore. L'anagramma non è un vezzo, ma un ulteriore accenno biografico, perché se Mario Petri è stato il padre naturale di Romana Petri, Manganelli ne è stato il padre letterario. Un romanzo magistrale che racconta quanto la vita non si scelga, ma ci tocchi.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Che dire, l’ho trovato stupendo… e pensare che leggendo la bandella mi ero fatta un’idea diversa della storia e dei personaggi. Come a dire, ti aspetti un certo tipo di regalo e ti arriva una sorpresa di molto superiore alle aspettative. Va beh, adoro Petri sia come narratrice che come donna (avendola conosciuta) ma qui, secondo me, ha compiuto una sorta di magia nel creare le quattro figure del romanzo, tra le quali la mia preferita è l’editore. La penna di Romana è inconfondibile, e in questo libro ha usato un registro magnifico (diverso dal solito) in cui i personaggi sono scolpiti con meticolosa cura dei dettagli verbali e del linguaggio del corpo. Avrei voluto non smettere di abitare quel mondo visionario di Tripe padre né tantomeno l’affettività controversa e irrisolta, ma profondissima, di Norama, né la sensibilità cinica di Arroldez o l’amore compiacente e silenzioso di Dolores. Ma tant’è, ogni viaggio ha la sua concusione e la sua bellezza consiste in quegli strappi che lasciano solchi indelebili nel ricordo e nella propria consapevolezza.
<«Si sa, esistono persone che per disperazione tornano indietro nel passato e se lo rifanno a gusto loro.» Cosi' pensa Norama Tripe (anagramma di Romana Petri) verso la fine del libro, la frase e' una sorta di "chiave di lettura" di questo bellissimo ventiduesimo romanzo di Romana Petri, cosi' come bellissimi lo sono tutti i suoi altri ventuno romanzi dal 1990 in poi. - Questo libro e' una sorta di "biografia fantastica" di Giorgio Manganelli che fu "padre letterario della stessa Petri. Gustoso quanto narra Romana Petri a proposito. " «Ascoltando un programma radiofonico, mia madre sentì dire che un giovane scrittore per poter essere pubblicato doveva farsi leggere dal suo scrittore preferito. Squadernai l'elenco telefonico e chiamai Giorgio Manganelli. Era il maggio del 1982» – Romana Petri - Bellissimo per come e' scritto nel senso di "linguaggio letterario/espressivo" capacita' di trasmettere pensieri, emozioni, sottintesi e tutto il materiale connesso, qui la Petri ha una sua capacita' di elaborazione molto personale, seziona il libro (che ha gia' in mente) ma in senso contrario.
Recensioni
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