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Crown & camera. La famiglia reale inglese e la fotografia (1842-1910) - F. Dimond,O. Everett,R. Taylor - copertina
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2010
29 marzo 2010
156 p., ill. , Brossura
9788872921388

Voce della critica


scheda di Henderson, R.A., L'Indice 1990, n. 4

In una mostra organizzata a Firenze a Palazzo Rucellai, il catalogo Alinari propone l'angolazione particolare del rapporto tra la famiglia reale britannica e la fotografia nell'Ottocento, esponendo una scelta di immagini provenienti da quella che è oggi la collezione della regina Elisabetta. Dai saggi di Roger Taylor e Frances Dimond si apprende infatti che a partire dai primi anni dell'invenzione della fotografia, dal 1839, il principe tedesco Alberto, futuro consorte della regina Vittoria, aveva dimostrato un interesse per questa e altre arti che non erano proprio di casa nei palazzi della monarchia inglese, se ancora oggi, tra i Mountbatten-Windsor, soltanto il principe di Galles, suo fratello Edoardo e la zia materna Margaret, hanno fama di amatori d'arte. È possibile che dietro l'interesse per la fotografia manifestato dalla casa reale inglese nel corso dell'Ottocento, si nascondesse in realtà in prevalenza un intento documentario ed è la sensazione dominante che l'insieme del materiale raccolto può trasmettere al lettore moderno: la restituzione del sapore di un'epoca, insieme al fascino di andare dietro le quinte, di una vita più privata, che la fotografia non aveva ancora la possibilità di divulgare attraverso i media, e che perciò rimaneva confidata piuttosto all'album di famiglia, con una sorprendente regina Vittoria, nonna sorridente e soddisfatta accanto alla nipotina o intenta a lavorare a maglia mentre la figlia legge il giornale. Tutto questo si accompagna ai paesaggi più di maniera (Londra nebbiosa, la rustica Germania, la flotta inglese in partenza per la Crimea) e a fotografie più dichiaratamente d'arte, oggetto di collezione da parte della regina Vittoria e del principe consorte. I documenti più esotici dei viaggi dei sovrani ai quattro angoli del Regno hanno sempre lo scopo di mostrarne il ruolo di migliori ambasciatori della Gran Bretagna.

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