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L’opera inquadra le lotte che, agli inizi del secolo scorso, affrontò la classe agricola in Italia. La premessa del volume sui moti contadini di Magliano Sabina (Rieti) tra il 1900 ed il 1904 è a firma dello storico Giuseppe Tamburrano, presidente della Fondazione Nenni. Nelle 241 pagine del saggio Guido Poeta, offrendo una lettura “umbro sabina” delle vicende che infuocarono la Penisola, rievoca le tensioni sociali che sfociarono in un lungo sciopero di braccianti e coloni maglianesi, i quali per 54 giorni abbandonarono i campi ed in parte il bestiame, per poi invadere le terre. Il lavoro è stato condotto scavando negli archivi storici, nella memoria orale ed è supportato oltre che da una minuziosa documentazione in nota, anche da una straordinaria appendice biografica su tutti gli 80 protagonisti della vicenda con foto e ritratti. La “rivolta” nasceva dai contrasti fra i proprietari e la classe contadina. Per mancanza di lavoro, i braccianti trascorrevano gran parte dell'anno ad ingegnarsi, per sbarcare il lunario, sul modo di rubare senza essere visti; i contadini chiedevano di modificare i patti per migliorare le loro condizioni di vita. Da qui, sia gli uni sia gli altri scesero in piazza con l'intenzione di occupare i terreni dei proprietari. Questi ultimi, forti della protezione delle autorità, resistettero, perché non intendevano consegnare le terre tenute al pascolo, in quanto l'alleva¬mento rendeva di più, piuttosto che assegnarle ai coloni e ai braccianti. Da questo contrasto si venne a determinare una situazione drammatica, caratterizzata dalla diffusione della miseria e della fame. In sostanza è proprio la fame, intesa come vera e propria mancanza di cibo, ad essere la protagonista in filigrana del testo. Il libro, nel descrivere con approccio cronachistico i vari episodi, a volte violenti e dolorosi, talvolta disperati, fornisce uno spaccato delle lotte che aprirono la strada ad altre insurrezioni per ottenere diritti e dignità.
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