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Cronache d'antropofagia
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"Egregio Signore, non so come abbia fatto a procurarsi il mio indirizzo di posta elettronica e il numero del mio cellulare, che sono certo di non averle mai dato. Sono stato costretto a rifiutare un gran numero di telefonate. Lei capisce: nella mia missione devo essere libero di rispondere a ogni chiamata, in quanto ciascuna di esse può essere una richiesta d'aiuto. Alla sua, mi perdoni, non sono in grado di rispondere. Sono un semplice, giovane frate, non uno psicologo o uno psichiatra. Scusi la franchezza: è a uno dei due che lei deve chiedere l'aiuto."
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In commercio dal:
11 ottobre 2012
Pagine:
208 p., Brossura
EAN:
9788896171615
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Federico R.
28 marzo 2013
Strano romanzo. L'esordio, capitolo zero, è uno scambio di e-mail tra il protagonista, Tommaso, ed un giovane frate, Ludovico, che tuttavia asserisce di non conoscere il suo interlocutore. Questo capitolo iniziale è a tutti gli effetti una dichiarazione di intenti: dobbiamo aspettarci eventi sconvolgenti, stando alle parole di Tommaso. Ma il capitolo uno sembra gettare acqua sul fuoco. Tutta sembra ordinario, anche se drammatico, come il ricovero di uno dei protagonisti per una malattia allo stadio terminale. Poi, poco alla volta, l'apparenza viene costantemente smentita: Rodolfo, il malato terminale, si rivela essere un sanguinario persecutore della moglie e questa, da preda improvvisamente si trasforma in predatore. Ma non basta: un nuovo personaggio, Emilio, da buon samaritano sembra mutarsi in complice. La vicenda ha un'ulteriore svolta quando emerge chiaramente un disegno ad ampio raggio, dietro atti di cannibalismo apparentemente del tutto privati. Senza nulla anticipare, è in atto un'apocalisse, che coinvolge tutti gli esseri umani. In questa girandola di avvenimenti, tutto si confonde: realtà e sogno, passato e futuro, lucidità e delirio. Il finale è a sorpresa, come è logico aspettarsi da un romanzo come questo. Un solo appunto: vi è un netto cambiamento di tono tra la prima parte, introspettiva, e la seconda, narrativa. Ma la lettura è coinvolgente, inquietante e ci costringe a chiederci se davvero, dietro all'antropofagia, non si nasconda la bramosia dell'uomo di divorare, anche in senso metaforico, tutto quello che lo circonda. Splendida la copertina.
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