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Buon film sulle crociate!
Chi ha visto il film di Ridley Scott Le crociate è stato confermato nell'idea che dall'Illuminismo in poi l'Occidente ha sul tema: a) i crociati erano rozzi e crudeli, mentre gli islamici erano raffinati e tolleranti; b) l'imperialismo europeo attaccò senza provocazione i pacifici musulmani; c) Saladino era un galantuomo e i crociati dei farabutti; d) da allora i musulmani ci odiano con ragione. Sì, però è vero l'esatto contrario di tutti i punti summenzionati. Innanzitutto, i musulmani cominciarono a interessarsi alle crociate solo quando l'Occidente le mise loro in testa, cioè alla fine del XIX secolo. Non solo gli arabi contemporanei quasi non se ne accorsero, perché si trattava solo di invasioni periodiche durate poco e per nulla rivolte contro l'islam in quanto tale. Anzi, i musulmani sudditi dei regni latini di Palestina e Siria erano pure contenti perché i cristiani non li consideravano dhimmi (diversamente da quanto facevano i governanti islamici con cristiani ed ebrei) e le tasse che pagavano erano più leggere che nei circostanti regni musulmani. «Per molti arabi, inoltre, le crociate non furono che attacchi sferrati contro gli odiati turchi». Infatti, fu quando arrivarono, a mano armata, i turchi - che massacravano i pellegrini - che ebbero inizio le crociate. Le quali ebbero il merito, per la civiltà europea, di fermare l'espansionismo turco per due secoli, dopo i quali l'Europa si ritrovò a doversi difendere fin dentro casa per i successivi quattro. Potrei continuare per altre pagine e pagine, ma mi fermo qui: un mediocre film di fanta-storia
ziogiafo - Le Crociate USA 2005 - 1^ parte - Quando la poderosa macchina cinematografica di Ridley Scott si mette in moto, puntualmente si generano quelle conseguenti critiche e commenti dissonanti che stimolano ulteriormente la curiosità del pubblico. Con "Le Crociate", il maestoso impatto scenico prende subito il sopravvento sulla pur approssimata sceneggiatura di un periodo storico lungo e molto complesso che lo spettatore poco acculturato fa fatica a seguire, ma che si lascia guidare fiducioso nella difficile e rapida ricostruzione, grazie allo stupendo spettacolo visivo che il grande maestro inglese riesce sempre a dare. I giudizi scritti o quelli riportati per sentito dire, possono essere più o meno veritieri, ma in questi casi, l'emozione soggettiva l'avremo solo vedendo personalmente il film. La storia ha inizio dall'ira di un giovane maniscalco (Orlando Bloom) che dopo la morte del figlio e della moglie, in preda alla disperazione, abbandona ogni cosa e incitato dal nobile padre ritrovato (Liam Neeson), decide di intraprendere la strada dei valorosi cavalieri alla ricerca di Dio, incamminandosi verso Gerusalemme. Disorientato ma bisognoso di riacquistare la Fede, i grandi valori e gli ideali di vita in cui aveva creduto da umile persona, lo sostengono fermamente: «Che uomo è un uomo che non rende il mondo migliore?», questa frase incisa su una trave della sua bottega la porta sempre con fierezza nel suo cuore e affronta con coraggio mille peripezie per difendere il suo popolo. …/continua nella 2^ parte.
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