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In apparenza può sembrare un libro sconvolgente: rimettere in discussione dalle fondamenta l'origine del cristianesimo spogliando Gesù dalla sua vesta di figlio divino per vestirlo con i panni ben più umani di leader rivoluzionario. Accidenti! L'idea però non è originale perché ci hanno provato in tanti. Siccome però di prove a conferma di questa teoria ce ne sono assai poche - i tanto celebrati rotoli del mar Morto non sono in realtà così esaustivi come sembrerebbe - l'autore di inerpica in una serie di avventurose teorie degne più di un romanziere che di uno storico. Insomma per farla breve la sensazione è quella di chi, alle prese con un puzzle del quale si sono smarrite parecchie tessere, costruisce da sé quelle mancanti. Quando poi si accettano come veritiere le teorie di testi considerati dagli studiosi come fantasticherie mascherate da storia vera e propria (Umberto Eco docet) la sensazione è quasi di imbarazzo. Questo non vuol dire che i vangeli siano dei testi con validità storica come ci fanno credere, perché molti degli episodi che narrano sono privi di riscontri documentali, ma contrastare il cristianesimo con le teorie della Croce di spine mi pare un vero azzardo. Una lettura senza dubbio affascinante ma per carità non pensiamo di trovarci di fronte a verità assolute, così come verità assolute non sono i testi sacri.
La Croce di Spine non è l'ennesima riformulazione di un'ipotesi interpretativa sul Gesù storico. L'Autore percorre con metodo serio un'iter esegetico di alto profilo tra fonti storiche, testamentarie ed extratestamentarie; ci rivela inediti sorprendenti che scaturiscono da un'analisi ragionata di queste fonti, in particolare delle opere di Giuseppe Flavio, giungendo a conclusioni interessantissime che affascinano la persona curiosa, intellettualmente libera, capace di autonomia di pensiero. Molto correttamente, a mio avviso, Tranfo si astiene dal toccare l'argomento "fede", mantenendosi rigorosamente, nella sua esposizione, sui binari della storia e del ragionamento laico.
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