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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2016
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Veronica Buckley ci regala un meraviglioso ritratto di Cristina di Svezia, figura anticonformista nell’Europa del “Secolo di ferro”, come Henry Kamen ribattezzò il 1600. Figlia del re Gustavo Adolfo, il leggendario Leone del Nord che perì in battaglia a Lutzen nel 1632, durante la Guerra dei 30 anni, Cristina crebbe sotto l’attento magistero del Primo Ministro Axel Oxenstierna ma ben presto si mostrò insofferente alla vita di corte. Nel 1654, a 28 anni, rinunciò al trono e si trasferì a Roma, dove in breve tempo divenne un punto di riferimento dei circoli culturali. Donna curiosa, di vasta cultura, fu allieva di Cartesio (che morì stroncato dai rigori del clima svedese, 4 mesi dopo esser giunto a Stoccolma per impartirle lezioni private), ebbe scambi epistolari con Gassendi e fu apprezzata da Pascal, Corneille, Bernini, Scarlatti. Il suo carattere bizzoso ed imprevedibile le creò non pochi problemi (emblematica la vicenda del marchese Monaldeschi), d’altro canto non le fece difetto una notevole forza caratteriale che le consentì di vivere liberamente, senza sottostare a consuetudini o convenzioni sociali di sorta. Biografia coinvolgente, genera una certa empatia nei confronti della protagonista e rievoca superbamente la temperie politica e culturale del XVII secolo, un plauso alla Buckley.
Ho letto molte biografie di "teste coronate" ma questa mi ha lasciato un piacevole stupore. Cristina di Svezia, la regina senza regno, abdico' giovanissima, non amando la vita di corte. Trasferendosi a Roma, dove visse sino alla morte, si converti' al cattolicesimo, una decisione che la porto' a scontrarsi con molte personalita' dell'epoca. Non si sposo', tanto che girarono voci sulla sua presunta omosessualita. Fu' una donna anticonformista , amante dell'arte e della cultura. Mi ha dato l'impressione di una donna sola che per farsi notare si buttava a capofitto in progetti che poi non portava mai a termine. Una personalita' notevole..
Un libro bellissimo.... Lo consiglio a tutti...
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