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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2012
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Beevor si cimenta ogni lustro in nuove imprese storiografiche , sempre con notevole chiarezza d'intenti e pragmaticità molto britannica. Dopo Stalingrado e Berlino , tipici esempi di battaglia concentrica , con le forze nemiche che a mano a mano scardinano difese su difese e si avvicinano alla vittoria , questa volta l'accademico inglese si cimenta in un'opera meno facile da raccontare . Infatti la narrazione presenta tre fasi ben distinte e consequenziali : una presentazione della situazione greca antecedente all'invasione dell'isola , la battaglia per la conquista della stessa , la resistenza dei ciprioti con l'aiuto , spesso involontariamente tragicomico , degli alleati anglo-americani . E' naturale che il punto di vista è prettamente britannico , come le fonti storiche , mancano spesso contraddittori tedeschi o italiani e ci si deve fidare delle fonti raccolte dall'autore durante le ricerche . A favore di Beevor va detto che il testo mantiene una scorrevolezza piacevole ed è adatto anche per i non ferrati in materia strategico-militare , mancando di approfondimenti e tecnicismi comprensibili solo dagli addetti ai lavori . Ogni tanto si nota qualche zoppia nella narrazione , come accennato all'inizio ,dovuta allo svolgimento non lineare delle azioni ed al fatto di essere alla presenza non solo di un'azione militare ma anche di una disamina della situazione politica della società greca durante in conflitto mondiale , una situazione non certo semplice da definire . Merita cinque stelle comunque per la completezza degli avvenimenti narrati , che si spingono anche ben aldilà dei fatti militari relativi all'invasione e sono utili per uno sguardo in uno dei paesi usciti dalla Seconda Guerra Mondiale con i maggiori problemi civili da risolvere e che si porterà dietro le proprie ferite in maniera tragica per oltre trent'anni ....
Libro ovviamente scritto da una prospettiva anglosassone ma per questo forse ancora più interessante per il lettore italiano. E' stato detto che la prima parte si concentra troppo su alcuni caratteri inglesi tipicamente eccentrici e la seconda sulle operazioni del SOE, ma d'altronde le fonti attendibili e personali (e queste rendono il volume vivo e leggibile) sulla campagna non abbondano, e scrivere la cronaca di quattro anni di occupazione tedesca dell'isola avrebbe richiesto un numero di pagine ben più alto. Storia coincisa ed umana di una battaglia e delle sue conseguenze, non priva delle follie, eroismi ed orrori che caratterizzarono l'ultimo conflitto mondiale. Per rispondere all'ultimo commentatore: non sono sicuro che le fucilazioni tedesche possano essere definite "legittime", visto che normalmente riguardavano l'intera popolazione maschile dei villaggi accusati di aver sostenuto i ribelli.
Nonostante sia uno storico molto accreditato, molto belli i suoi Stalingrado, Berlino 1945 e La Guerra Civile Spagnola, credo che questa volta Beevor abbia toppato in maniera notevole. A parte la scarsità proprio del libro trovo la sua faziosità veramente vergognosa. L'imparzialità dovrebbe essere una delle prime doti essenziali di uno storico. Invece Beevor con questo libro dimostra di essere capace di parlare solo di fatti storici che non riguardano direttamente il suo paese di origine. E' questo secondo me è molto grave. Le continue violazioni della convenzione di Ginevra e i relativi crimini di guerra commessi dalle truppe britanniche e dai soldati dei dominion ai danni dei tedeschi durante l'invasione di Creta, vengono fatte passare come brillanti operazioni militari e come audaci, seppur parziali, vittorie (davvero vomitevole). Le fucilazioni effettuate dai tedeschi invece, legittime ( ovviamente da un punto di vista soltanto militare)in quanto fatte a danni di spie (in guerra qualunque nazione belligerante fucila le spie e l'inghilterra non era da meno) vengono fatte passare come atroci crimini. Insomma una parzialità davvero stucchevole che, a mio modestissimo parere, rende il lavoro di qualunque storico veramente disdicevole. Dopo averne capito la vera natura sicuramente non comprerò mai più un libro di Beevor.
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