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Il Craftsman. Giornalismo e cultura politica nell'Inghilterra del Settecento - Guglielmo Sanna - copertina
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Il Craftsman. Giornalismo e cultura politica nell'Inghilterra del Settecento
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Il Craftsman. Giornalismo e cultura politica nell'Inghilterra del Settecento - Guglielmo Sanna - copertina

Descrizione


Il giornalismo britannico della prima metà del XVIII secolo presenta caratteristiche peculiari, che ne evidenziano la funzione radicalmente innovatrice nella storia sia inglese sia europea, ma lo distinguono nettamente dalle esperienze successive. Tra le varie avventure, quella del "Craftsman", periodico che animò il lungo ventennio walpoliano. Il variegato gruppo di autori del periodico offre uno spaccato del complesso circuito della comunicazione sociale nella Gran Bretagna di Giorgio I e di Giorgio II, in cui il dibattito politico rifletteva l'indiscusso predominio aristocratico, mentre nuovi spazi di discussione scuotevano dalle fondamenta il tradizionale monopolio delle grandi istituzioni nazionali.
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Dettagli

2006
2 novembre 2006
336 p., Brossura
9788846479631

Voce della critica

Attorno ai contenuti politici del "Craftsman", settimanale che esce a Londra tra il 1725 e il 1736, l'autore costruisce una rete di preziosi elementi per valutarne l'impatto sulla società: i profitti e le vendite, la tiratura, le liste dei sottoscrittori-finanziatori, la distribuzione, le inserzioni pubblicitarie. Che uguagliasse il successo degli altri autorevoli Essay papers come il "Tatler" e lo "Spectator" lo dimostrano ben nove raccolte di articoli riproposte negli stessi anni. Il sottotitolo programmatico, "The Country Journal", definisce il "Craftsman" come l'organo della coalizione "Country" politicamente impegnata contro il primo ministro di Giorgio I, Robert Walpole. Con uno stile giornalistico aggressivo, il settimanale londinese si configura del resto come coscienza critica di una società lanciata verso la rappresentanza politica, senza smettere di essere periodico di antico regime e quindi di difendere una casta. Riguardo alla redazione, se non ci sono dubbi su chi l'ha fondato e lo ha diretto (l'intraprendente libraio Richard Franklin e il "gazzettiere di mestiere" Nicholas Amhurst), rimane aperta la questione di chi materialmente lo estendesse. Sanna si interroga perspicuamente su chi c'è dietro allo pseudonimo o alla maschera di "Caleb d'Anvers di Gray's Inn", firma degli articoli più esposti, per ragionare sul senso di un'opera collettiva e sulla sua importanza per la formazione dell'opinione pubblica nell'Inghilterra liberata dalla censura preventiva. Nell'insieme, questo studio dimostra come si racconti la storia di un giornale attraverso un'accurata ricerca archivistica, calata in un'approfondita analisi del contesto politico, sociale ed economico. Chiuderebbe il cerchio, esigenze editoriali permettendo, la possibilità di confrontarsi con il testo.
  Enrica Bricchetto

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