L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Così finisce la democrazia è una lettura agile, informativa, a tratti cupa, ma indispensabile per comprendere a fondo i tempi incerti di cambiamento che viviamo.
«Una provocazione estrema che ha il dono della chiarezza» – Robinson
«Un libro colto e ragionato» – La Lettura
Ovunque, tra i paesi democratici, sotto i colpi di crisi finanziarie ricorrenti, migrazioni incontrollate e crescita stagnante, si sta insinuando un dubbio sempre più persistente. E se il nostro sistema democratico, che ci ha portato progresso e stabilità, non fosse più la forma di governo migliore per affrontare i cambiamenti e le sfide del XXI secolo? È, oggi più che mai, una domanda fondamentale. Tanto più, visto che ad ogni voto si erode la partecipazione degli elettori e montano pulsioni centrifughe e populiste, in Europa e negli Stati Uniti. David Runciman, tra i più ascoltati studiosi di politica del mondo anglosassone, non pensa che la democrazia sia finita. Piuttosto, sostiene che stia soffrendo – questo sì – di una «crisi di mezza età». Sì, la democrazia è spesso disordinata, lenta e inefficace. Sì, gli elettori a volte scelgono governanti impresentabili o oltremisura. Sì, la democrazia in questo momento storico sembra particolarmente stanca e non gode di buona salute. Eppure, nonostante tutto, c’è ancora qualcosa di speciale in questo sistema imperfetto. Uno dei suoi grandi meriti è la capacità di autointerrogarsi sui propri limiti e di correggersi in corsa, come nessun’altra forma di governo. La democrazia come la conosciamo non cadrà, ci dice Runciman, per un colpo di Stato, né a causa della rivoluzione digitale, o in seguito a una catastrofe climatica o nucleare; paradossalmente sembra che l’aspirazione delle comunità umane sia sempre progressiva e che con il tempo vada sempre, inevitabilmente, ad assestarsi verso un sistema che oggi è dato per scontato. L’ondata populista, il trumpismo, le tentazioni illiberali, la reductio ad absurdum della politica, le risse su Twitter non saranno la fine della democrazia.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore