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A nove anni di distanza dal primo libro di novelle pubblicato con il Valico Edizioni, Rino Di Bartolo, docente universitario di Fisica negli Stati Uniti presso il Boston College, propone oggi ai lettori altri 20 racconti che la Casa Editrice il Valico ha raccolto in un libro di 256 pagine intitolato "Le cose che potevano essere". Un titolo spiegato direttamente dall'autore nel retrocopertina: "io mi ribello - dice il protagonista di uno dei racconti - all'inesorabile necessità della scelta, perché ogni scelta comporta una perdita, la perdita delle cose che potevano essere e non saranno più". Un titolo dal sapore gozzaniano che s'incastra alla perfezione con le vicende e gli intrecci di ciascuna novella, ma che per Di Bartolo non ha mai il sapore del rimpianto; il fisico-novelliere non dà mai le spalle al presente, ma lascia piuttosto emergere, attraverso i suoi personaggi, una contagiosa carica di vitalità: quel vigore cioè di chi ama intensamente la vita nella sua totalità; di chi perciò non ama alla follia soltanto quella vita di cui ha raccolto già i frutti, ma anche quell'altra che avrebbe potuto seminare e della quale riesce comunque ad immaginare il profumo; si tratta del vigore, insomma, non di chi è malato di avidità ma di chi è prigioniero indomito della vitalità.Il libro è stampato interamente in quadricromia su carte Fedrigoni ed è arricchito dai disegni al tratto, colorati, di Elisabeth Kurtz; la copertina contiene sia in bianca sia in volta motivi che rimandano al mare, tema ricorrente del libro. I testi dell'interno sono stati raccolti nella consueta area d'ingombro utilizzata dal Valico e tecnicamente ispirata alle proporzioni tipografiche classiche delle stampe miniate, ma questa volta le miniature sono costituite da moderni originali sfondi decorativi caleidoscopici che cambiano forma e colore per ciascuna novella.Bastano poche righe, poche battute, pochi istanti, pescati a caso nel libro, per immobilizzare il lettore liberandone l'immaginazione, vera impareggiabile domatrice di emozioni e paure che nei racconti del libro vibrano entrambe, insieme, in un'unica avvincente e leggera melodia, il cui sottofondo è appunto il "battito sonoro del mare".
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