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Pellicola del 1951, ancora oggi attribuita al regista Nyby, ma in realtà diretta dal grande Howard Hawks, (accreditato solo come produttore) come da lui stesso rivelato in tante interviste. Quello che poteva essere il solito film sull’alieno cattivo è diventato un punto di riferimento nella filmografia non solo di SF. L’ambientazione polare, il montaggio serrato, una fotografia in bianco e nero purissima, la sceneggiatura solida, una serie di interpreti certamente non grandi star ma comunque solidi attori, un senso della suspance insuperabile, rendono questo film un piccolo gioiello. Tant’è che il “Carotone” (come è familiarmente definito l’alieno antropoformo ma vegetale del film) è entrato di diritto nell’immaginario collettivo. Di questo film è reperibile anche una versione colorizzata, che a mio parere è da evitare. Il remake di Carpenter, pur ispirandosi a questo film, se ne distacca completamente scivolando nel gore e trasformando il vegetale che si nutre di sangue in una creatura in grado di replicare le altre forme viventi.
“The Thing from another World” , pellicola diretta nel 1951 dal regista C. Nyby , inaugura il filone “invasion from space” a cui si ispireranno altri registi negli anni successivi . Suspense e tensione sono assicurati all’interno di una base militare USA al Polo Nord, dove l’unico occupante di un disco volante precipitato viene recuperato congelato in una lastra di ghiaccio da una squadra di soccorso e portato alla base . Quando la creatura (il cui volto sapientemente si vede in tutte le scene per pochi istanti) si libera dalla sua gabbia di ghiaccio sarà un susseguirsi di colpi di scena che terranno lo spettatore con il fiato sospeso, l’alieno infatti inizierà a dare la caccia (tema centrale del film) a uomini e animali per nutrirsi del loro sangue. Le prime vittime sono i cani, uno dei quali riuscirà a staccare un arto all’intruso, il cui esame scientifico rivelerà che la creatura risulta essere un vegetale di intelligenza superiore e contro il quale inutili si riveleranno le armi da fuoco. Con il passare del tempo l’atmosfera all’interno della base diventa angosciante e quasi claustrofobica con i membri della base asserragliati a difesa della loro vita. Solo un abile stratagemma salverà gli uomini dalla minaccia aliena, nonostante la forte opposizione di uno scienziato che vorrebbe studiare l’alieno, ma alla fine il conflitto tra il bisogno di salvare la razza umana e l’esigenza scientifica di conoscenza legata alla scoperta di una vita aliena di intelligenza superiore vedrà prevalere il primo con l’annientamento della creatura. Per la cronaca la parte della “cosa” fu interpretata dall’attore James Arness , che diverrà famoso negli anni 70’ per l’interpretazione dello zio Zeb nello sceneggiato televisivo “Alla conquista del West”.
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