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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Attingendo a materiale d'archivio divenuto recentemente accessibile, a numerose fonti in lingua polacca, cecoslovacca, ungherese e alle testimonianze raccolte intervistando molti protagonisti di quegli anni bui, Anne Applebaum analizza le ragioni che guidarono le scelte dei singoli fra le poche opzioni in gioco: collaborare con il regime imposto, subirlo passivamente o opporre una strenua resistenza, con conseguenze spesso drammatiche.
Alla fine della seconda guerra mondiale l'Unione Sovietica si trovò a controllare gran parte dell'Europa orientale: il tallone sovietico subentrò a quello nazifascista, e in un arco di tempo straordinariamente breve l'Est europeo venne isolato dietro una «cortina di ferro» tutt'altro che metaforica. Anne Applebaum ricostruisce in dettaglio ogni fase dell'implacabile processo di stalinizzazione che travolse Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Germania orientale, Romania, Bulgaria, Albania e Iugoslavia, e che si realizzò anche grazie alla polizia segreta, abile e spietata nell'individuare e soffocare ogni forma di opposizione o di potenziale dissenso. A tale scopo, rivelando impressionanti affinità con il Terzo Reich, gli occupanti ripristinarono i campi di sterminio di Sachsenhausen, Buchenwald e Auschwitz. Attingendo a materiale d'archivio divenuto recentemente accessibile, a numerose fonti in lingua polacca, cecoslovacca, ungherese e alle testimonianze raccolte intervistando molti protagonisti di quegli anni bui, l'autrice analizza le ragioni che guidarono le scelte dei singoli fra le poche opzioni in gioco: collaborare con il regime imposto, subirlo passivamente o opporre una strenua resistenza, con conseguenze spesso drammatiche. Un passo avanti decisivo nella comprensione del totalitarismo nel XX secolo e di come è riuscito a plasmare la vita quotidiana e il destino di milioni di europei.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La Applebaum ha fatto un lavoro straordinario raccogliendo le esperienze vissute in prima persona dalla gente comune durante l'occupazione sovietica dell'Europa dell'Est nel secondo dopoguerra, di cui parla dopo aver fornito la storia locale, per paese. L'occupazione è finita per alcuni Paesi, la gente è libera di parlarne e i ricercatori hanno avuto la possibilità di esaminare gli archivi governativi, almeno quelli che Putin non ha avuto l'opportunità di distruggere scappando dalla Germania Est. Stalin aveva diretto la distruzione della società civile nell'Europa orientale e l'aveva sostituita in modo relativamente rapido e completo con un sistema che ha sovvertito tutto a favore di Mosca. La Applebaum passa in rassegna in modo relativamente approfondito molte componenti della società in ciascuno dei Paesi occupati e racconta molte storie secondarie, come il modo in cui i giovani hanno protestato contro la presa di potere, come la chiesa polacca si è opposta a Stalin, come funzionava la macchina della propaganda e quanto Mosca esercitasse un controllo totale sul governo nei Paesi occupati. Basandosi soprattutto su ricerche su tre stati chiave (Germania Est, Polonia e Ungheria), il saggio approfondisce il modo in cui il modello comunista monolitico è stato implementato. Può essere utile indirettamente per ricordare che gli stati dell'Europa centrale e orientale non dovrebbero essere lasciati in balia dell'imperialismo del Cremlino, e che la NATO ha protetto alcuni di essi negli ultimi decenni.
La cortina di ferro professata da Winston Churchill è quella densa nebbia sovietica che,dopo la fine della seconda guerra mondiale,occultó diversi paesi dell'Europa orientale. Durante la conferenza di Jalta,colpevolmente,i cosiddetti alleati lasciarono mano libera a Stalin di occupare pesantemente i paesi che a loro volta i sovietici liberarono dai nazisti,in cui l'Armata Rossa si macchió di svariati crimini,sottaciuti per decenni. In Polonia,Ungheria,Cecoslovacchia,Germania Est venne cancellata ogni forma di libertà,di associazione,di arte,di sport:tutto dipendeva da Mosca. I dissidenti venivano giustiziati o deportati nei gulag. Quella cortina di ferro offuscó milioni di persone per 40 anni. Quando i liberatori divennero i peggiori occupanti.
Con le interviste al materiale d’archivio utilizzati per questo libro, Anne Applebaum ha fatto un ottimo lavoro. Ovviamente il testo è ostico, un pochino pesante ma soprattutto particolarmente impegnativo. Non è una lettura distensiva per ragazzi ma un libro di grande interesse. Bello ma necessita tempo per leggerlo e capirlo. Se sei uno storico è il libro per te.
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