Corpo della gioventù
di Alessandra Corbetta
«È incontrovertibile che il corpo riveli allo sguardo l'età del suo esistere nel mondo, come del resto il titolo della silloge Corpo della gioventù sottintende. Ma al di là dell'apparire fisico, la condizione esistenziale a cui si allude è problematica, anzi enigmatica se si considerano i titoli delle sezioni in cui il lavoro poetico si articola: Fessure, Attraverso, Rintocchi, Battenti, Esplosione. Il corpo giovane si ritrova a suo agio solo nella scrittura: “La tua vita stava bene solo dentro all'alfabeto”. Il testo è attraversato dal desiderio di fermare lo scorrere del tempo: “... non voler crescere / a volere restare bambina”. I versi della poetessa si strutturano per referenti tra di loro assai distanti, di difficile collegamento; eppure il senso ultimo si evince per spaesamenti modernisti, per il riconoscimento di somiglianze sorprendenti come: “Il balzo del cambiamento ha un corpo lungo / somiglia a un gigantesco girasole”». (Dalla Nota di Tomaso Kemeny))
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