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Un noir stupendo che lascia senza fiato. I personaggi sono costruiti con un'accuratezza e un approfondimento psicologico che li fa uscire dalla pagina trasformandoli in persone reali. Bellissimo! Simi è veramente grande! Sono felice di averlo scoperto e continuerò a leggerlo.
Ottimo. Veramente ben costruito sia da un punto di vista narrativo che di intreccio di storie. E poi è ambientato in posti che conosco a menadito. Insomma...c'è tutto. Bello...veramente bello. Da leggere e da regalare
Recensioni
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Il romanzo di Simi si presenta fin dall'inizio promettente e intrigante, essendo un thriller di notevole impegno letterario e ideologico. L'autore toscano ha ambientato la sua vicenda di delitti nella Versilia dei tardi anni settanta, con protagonisti alcuni terroristi dell'estrema sinistra. Viene ucciso un professore dell'ateneo pisano, Alderighi, un reazionario coinvolto in un losco traffico d'armi. L'omicida, di soprannome Gheghe, all'inizio del romanzo esce di carcere dopo aver scontato vent'anni e si prepara a riscuotere la parte del malloppo che gli spettava e a rientrare in possesso di un misterioso libro appartenuto all'ucciso, le poesie di Shelley, il poeta romantico naufragato nei primi dell'Ottocento nel mar Tirreno e il cui corpo fu cremato a Viareggio. Inizia una trama complicata e a doppio e triplo fondo, con altri delitti, interventi di due donne che tramano per motivi che più nulla hanno a che fare con la politica. E sulla scena si affaccia Matteo, figlio del professore ucciso, che aspettava l'uscita dal carcere di Gheghe per vendicarsi. Il libro è benissimo scritto e certamente non annoia, anzi i colpi di scena fioccano da tutte le parti. Eppure si avverte una sordità di fondo, una mancanza di perspicuità e di trasparenza. Non c'è più alcun rapporto tra gli anni del delitto e il mondo d'oggi. Oggi la criminalità fa i suoi affari d'oro con le discariche abusive, con lo smaltimento del pattume, cioè dei lucrosissimi rifiuti tossici. Tutto è diventato ambiguo e complicato fino all'inverosimile, e "ogni cosa non è che un grumo fragile di illusioni comode". Ma forse il disagio del lettore nasce da un motivo semplice. Simi, che è narratore molto dotato, ha avuto il torto di zavorrare all'eccesso il plot del romanzo. Non sarà che i giallisti italiano sono troppi e costretti a farsi una concorrenza spietata?
Leandro Piantini
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