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Dal dolore di una famiglia, la speranza di un riscatto sociale e educativo per i nostri ragazzi. «Questo libro racconta una brutta storia: l'accoltellamento di mio figlio Arturo, lasciato quasi senza vita da quattro ragazzini un pomeriggio di dicembre sotto le luminarie del Natale. Da quell'episodio ho incontrato migliaia di persone. Ho stretto mani istituzionali e mani che odoravano di varechina. Sono stata in televisione e ho visitato territori e incontrato tante comunità, fino a fondare un'associazione per il contrasto alla violenza minorile, che si chiama ARTUR. In queste pagine io racconterò la storia di Arturo per come l'abbiamo vissuta noi, per le cicatrici che ha lasciato e le opportunità che ci ha donato, mentre Nello Trocchia, da esperto giornalista d'inchiesta, si servirà degli atti giudiziari, delle intercettazioni ambientali e delle trascrizioni dei colloqui in carcere per scandagliare la realtà che ha permesso tutto questo, tra piccola criminalità e bullismo. Questo libro prova a ricucire i lembi di una ferita che solo nei fatti ha un luogo e una data, il 18 dicembre 2017 in via Foria, ma che esiste da molto più tempo e si allarga di giorno in giorno nell'indifferenza e nell'ipocrisia degli adulti che preferiscono non guardare, disinteressandosi dei propri figli oppure coinvolgendoli nelle loro vite già criminali. Abbiamo provato a far nostro il dolore di questi ragazzi, tutti quanti, carnefici e vittime. Perché se il dolore di Arturo l'ho conosciuto fin troppo, è difficile da madre e da pedagogista non soffrire di fronte a questi adolescenti disumanizzati, cresciuti all'ombra dell'irresponsabilità delle loro famiglie e della società intorno. Le cicatrici di Arturo hanno dato a lui e a me il coraggio di trasformare una storia personale in una grande occasione collettiva. Ci stiamo provando, insieme.» (Maria Luisa Iavarone)
"Le cicatrici e la grande occasione collettiva” Il libro di Maria Luisa Iavarone e di Nello Trocchia presenta più aspetti interessanti e più motivi per leggerlo. La prima cosa che mi ha colpito è la costruzione, tra la narrazione dolorosa di un vissuto personale e l’indagine giornalistica, sviluppate con professionalità e senza toni enfatici. Nel racconto della Iavarone si trova la forza di una mamma che, di fronte alla violenza subita dal figlio, non intende assumere le vesti della vittima ma ricercare dentro di sé e con Arturo un percorso che possa migliorare questa società. Con un linguaggio immediato la Iavarone sposta l’attenzione da sé e dal figlio a quello di un mondo gravemente solcato da varie forme di povertà: culturale, affettiva, economica, educativa. Lo Stato è il grande assente. Il libro, nonostante l’atrocità della vicenda, risulta luminoso per il costruttivo atteggiamento di chi ha patito la violenza e trasparente per le modalità di analisi introspettiva e sociale, intrecciate con gli approfondimenti giornalistici. È un libro imprescindibile per il coraggio degli autori e per capire le contraddizioni di questa Società e dei suoi squilibri, per comprendere le tematiche trattate dall’Associazione ARTUR, che non investono solo la realtà di Napoli.
Ho letto questo libro a più riprese, cercando di riflettere pagina dopo pagina su quello che leggevo, cercando di immedesimarmi e provare a ipotizzare reazioni e sentimenti, costretta talvolta a rimetterle in discussione. Rabbia e vendetta prevalgono di primo impatto nel pensiero di trovarsi in questa vicenda: d’altronde come si può reagire verso chi ha provato ad ammazzare tuo figlio? È naturale, spontaneo, istintivamente materno probabilmente. Eppure, riuscire a porsi delle domande approfondite su come mai dei ragazzi giovanissimi siano così confidenziali con la violenza, così abituati a compierla e a subirla, come è possibile che per loro sia “normale”, nasconde una forza e un’intelligenza fuori dal comune. L’esperienza di Maria Luisa e di Arturo rendono possibile la trasformazione di un’energia “naturalmente” distruttiva, in qualcosa di positivo, in una battaglia quotidiana per il riscatto sociale ed educativo. Dubbi e contraddizioni morali rendono la lettura di questo libro un viaggio emotivo e culturale, un’esperienza preziosa.
Recensioni
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