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Anno edizione: 1987
Anno edizione: 2016
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Questo romanzo, forse il più sottilmente paradossale e ragionato di Guido Morselli, invece che a un possibile futuro ci guida a un «contro-passato prossimo» pieno di sorprese. Come avvenne che la Prima guerra mondiale fu vinta, non già dalle potenze dell’Intesa, e con esse dall’Italia, ma da quelle degli Imperi Centrali? E come si svolse la sconcertante Edelweiss Expedition, fulminea, ingegnosissima operazione militare con cui gli austriaci conquistarono nel giro di poche ore l’Italia settentrionale, dando così una svolta decisiva a tutta la guerra? E attraverso quali travagliate vicende sorse, negli anni immediatamente successivi, e sotto la guida di Rathenau, la UNOD (in italiano, Comunità Europea Democratica)? Prendendo le mosse dalle private elucubrazioni strategiche di un oscuro ufficiale nella Vienna del 1910, facendoci passare attraverso «una galleria di feluche, galloni, spalline, decorazioni», attraverso aule di Parlamenti e corridoi di Ministeri, colpi di mano militari, equivoci, sviste, inganni, manovre, astuzie, attentati, Morselli risponde a questi interrogativi, che certo faranno fremere i devoti del «Fatto, questo sacro mostro», ricostruendo davanti ai nostri occhi un passato ipotetico che ha un’allucinante concretezza, una tranquilla plausibilità, tale da indurci a concordare con lui che «il paradosso sta dalla parte dell’accaduto: dall’altra parte se ne sta, sconfitta, quella che chiamiamo (sebbene con ottimismo) ‘logica delle cose’».
Il puntiglioso accanimento nell’inseguire il dettaglio – di cui si ha una prova sbalorditiva nella prima parte, dedicata alla descrizione della Edelweiss Expedition –, la trascinante vena ironica e polemica, la lucidità nel percepire i rapporti fra le forze politiche ed economiche e nell’inserirvi l’azione dei singoli, da Rathenau a Hindenburg, da Giolitti a Lenin, rendono continuamente provocante la lettura di questo romanzo, che è insieme una macchina fantastica nutrita da un sottile estro teatrale e un rovente pamphlet contro la superstiziosa ossequienza alla Storia, che tanto spesso ha impedito e impedisce di vedere come la storia di fatto avviene.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho molto apprezzato questa ucronia per la sua assoluta verosimiglianza: non accadono cose eclatanti che vogliano distorcere il corso della storia che conosciamo; l’autore – in maniera semplice ma rigorosa – ipotizza un passato “diverso”, realistico, e la sua bravura è proprio nel voler analizzare, al di là dei fatti, l’elemento antropologico. La vicenda parte dal diario di un ufficiale austriaco con velleità artistiche (non è Hitler!), che ipotizza e studia accortamente un piano tramite cui l’Austria-Ungheria possa sbaragliare tutto il Nord Italia. Morselli non si lambicca a ipotizzare nuove cause del primo conflitto, ma lo fa semplicemente iniziare e le vicende – tra colpi di fortuna meteorologici e ordinarie capacità tecnico-tattiche – si svolgono tutte a favore del blocco austro-germanico: l’“Edelweiss Expedition” in poche ore conquista il Nord Italia; la Germania riesce a sconfiggere i colossi di Francia e Inghilterra. Umiliate oltre ogni misura del ritegno sono le figure del Kaiser e di Giolitti, e dalla dissacrazione non ne esce meglio neppure Francesco Giuseppe. I tedeschi in questo contro-passato avranno adottato la tattica della “collaborazione” tra esercito e civili, ottenendo, poi, risultati insperati a livello politico e riuscendo, per via incruenta, a instaurare in Europa quel pangermanesimo che tanto auspicava quell’altro artista austriaco (stavolta è proprio Hitler!), che può finalmente dedicarsi alla mera trasfigurazione pittorica delle sue idee politiche. Un romanzo che ha tutti gli elementi della ricostruzione storica ed è un segno tangibile della sconfinata cultura dell’autore che, senza troppo celarlo, ha assimilato il fiore della quella teutonica, senza tuttavia perdersi in sviolinate. Probabilmente, anch’egli auspicava un federalismo di stampo germanico per un’Europa che già all’epoca aveva fatto delle proprie differenze interne un elemento disgregatore anziché l’incipit di un “E pluribus unum”.
Condivido l'impressione di roberto, qui sotto, relativa all'eccellenza di Contro-passato prossimo. Un testo che dal punto di vista della creatività, della trama, della sintesi nel paradosso storico, dell'eccellenza linguistica e del lessico, dei riferimenti di cultura sociologica, storica, geografica, geopolitica e di tecnica militare é un esempio di come si possa scrivere un'opera letteraria di rilievo, assolutamente inusuale, su un tema su cui si sono scritti migliaia di volumi e centinaia di romanzi. Sono solo 261 pagine e la loro lettura é accattivante, piacevole e scorre via in un baleno. E' un vero peccato che questo testo sia scarsamente conosciuto. Dovrebbe far parte delle letture cnsigliate nei Licei. Morselli é stato uno dei migliori Autori italiani del secolo scorso. Un vero peccato che gli Editori non se ne siano accorti. Assolutamente da leggere e da divulgare tra gli amici.
Leggere questo romanzo di Morselli e' stato come scoprire un quadro di Van Gogh non ancora conosciuto. Sicuramente ci sono molte somiglianze tra questi due talenti, entrambi praticamente ignorati da critica e pubblico quando erano in vita.
Recensioni
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