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Celso, nonostante non si possa definire un grande filosofo né un grande pensatore, ha il grande pregio di ragionare da "civis romanus" e di esprimere tutto lo sconcerto dinanzi all'avanzata del Cristianesimo che, erompendo dalla Giudea (citando Tacito), si espanse in tutto l'Impero Romano. Quelle che erano a tutti gli effetti delle "sette" espulse dal Giudaismo, sono viste dall'autore pagano come pericolose per la stabilità dello Stato, per quella "concordia ordinum" ai quali i Romani badavano più di ogni altra cosa. L'opera intende confutare la figura di Gesù, le contraddizioni insite nella dottrina cristiana e infine il comportamento stesso dei Cristiani, presentati come rozzi, poveri e illetterati. Credo che tutti quelli che si professano Cristiani dovrebbero leggere Celso e insieme a lui, magari, cioè che è rimasto di Porfirio di Tiro o di Giuliano l'Apostata. Il dibattito sulle origini del Cristianesimo non può prescindere dalla lettura di questi testi.
Un'opera scritta da una persona colta e ricca che definisce i cristiani ignoranti poveri e pure seguaci del figlio di un falegname, il che costituisce aggravante. Penso che ognuno abbia il diritto di credere a quello che vuole. L'opera non ebbe molto successo, ma il cristiano Origene ne scrisse una confutazione e, per forza di cose, dovette riportare una parte del testo, che così si salvò. L'introduzione è abbastanza buona, ma la frase "nasce un filosofo ogni cent'anni" è di Schopenhauer, non di un certo Colli come viene detto. Concordo sul fatto che Celso non fu un grande filosofo, pur essendo leggibile, il che non è poi cosa di tutti i giorni.
Miracolosamente scampato alla distruzione e all'oblio che la vittoria del Cristianesimo riservò a tutte le opere polemiche scritte dai pagani riguardo alla nuova religione, il libello di Celso, autore coltissimo e dotato di una fine ironia, vissuto verso il II secolo, è giunto a noi tramite l'ampia confutazione che ne fece il grande Origene. Eccellente la presente traduzione dei frammenti offerta dalla Rizzoli ad opera di S. Rizzo, corredata inoltre di un esaustivo apparato di note che rendono godibilissima la lettura.
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