Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 25 liste dei desideri
Il consenso totalitario. Opinione pubblica e opinione popolare sotto fascismo, nazismo e comunismo
Attualmente non disponibile
20,40 €
-15% 24,00 €
20,40 € 24,00 € -15%
Attualmente non disp.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
20,40 € Spedizione gratuita
attualmente non disponibile attualmente non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
20,40 € Spedizione gratuita
attualmente non disponibile attualmente non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Il consenso totalitario. Opinione pubblica e opinione popolare sotto fascismo, nazismo e comunismo - copertina
Chiudi
Il consenso totalitario. Opinione pubblica e opinione popolare sotto fascismo, nazismo e comunismo

Descrizione


I regimi totalitari, nelle loro svariate tipologie, sono stati fra gli elementi distintivi del ventesimo secolo. Eppure, fino a tempi relativamente recenti, è mancata un'analisi dell'opinione popolare, di chi subiva o sosteneva questi governi, capace di approfondire alcune questioni: ad esempio, cosa pensava la gente dei regimi totalitari sotto i quali viveva? che rapporto aveva con essi? il popolo sovietico contestò lo stalinismo e resistette sempre al suo dominio? il fascismo godette veramente del consenso di massa degli italiani? le fiaccolate degli anni Trenta rappresentarono un'espressione spontanea dell'entusiasmo del popolo tedesco per il nazismo? gli ex-tedeschi dell'Est sono ancora convinti della superiorità dello "Stato degli operai e dei contadini"? Il volume affronta queste e altre tematiche con un approccio "dal basso", un approccio cioè che fa propria la cornice dello Stato dittatoriale, ma cerca anche di capire come le persone imparassero ad adattarsi allo Stato stesso - in certi casi limitandosi a sopravvivere, in altri resistendo alle pressioni, in altri ancora integrando più pienamente la propria esistenza alle richieste del regime. Molti dei contributi fanno riferimento alla metodologia della "storia della vita quotidiana" che indaga la quotidianità e l'interazione fra essa e la dominazione esercitata dal regime, ponendo particolare attenzione alle forme di adattamento e di autodifesa escogitate dalle persone nel corso delle loro attività giornaliere.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2012
16 febbraio 2012
XX-259 p., Brossura
9788842096108

Valutazioni e recensioni

4/5
Recensioni: 4/5
(1)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(1)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Alice
Recensioni: 4/5

Ho acquistato questo testo per un esame universitario di storia contemporanea. L'ho adorato. E' una raccolta di testi che trattano la delicata e poco discussa questione dell'opinione popolare durante le dittature del XX secolo. Dire "opinione" e "dittatura" assieme è un ossimoro, ed appare benissimo in questo testo. Assolutamente da leggere. Mostra quanto sia importante fare la propria parte quando ancora possibile, e quanto sia semplice ricadere nella pericolosa omertà.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

4/5
Recensioni: 4/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(1)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica

  Un'analisi del rapporto fra regime, opinione pubblica e opinione popolare nei totalitarismi deve accantonare i concetti banalizzanti di consenso e dissenso. L'opinione popolare, scrive Paul Corner introducendo questa raccolta di saggi, è "il punto d'incrocio tra le strutture della dittatura e della dominazione e la vita della gente comune". Sheila Fitzpatrick rileva che il successo riscosso dal nazismo fu superiore a quello conseguito dallo stalinismo in Urss, anche perché molti, interiorizzando il discorso della propaganda, per inghiottire le continue delusioni rimandavano la realizzazione del comunismo a un domani indefinito: fu questo che, nei paesi "rossi" (sono esaminati i casi di Urss, Ddr e Polonia), convinse parecchi a non osteggiare la dittatura. Invece gli oppositori del nazismo, scrive Kershaw, "fecero bene a stare inerti", data la violenza della repressione, l'ampio "consenso implicito" di cui le camicie brune godevano e l'indifferenza quasi generalizzata verso i metodi d'azione politica posti in essere; come dimostrano vari rapporti di polizia, esse faticarono anzi a frenare nuovi pogrom antisemitici. E l'Italia? Corner giudica De Felice il primo ad aver colto un effettivo consenso al fascismo presso consistenti settori della popolazione, malgrado il cronico maggior interesse dei cittadini per le questioni locali, gestite con inefficienza e brutalità dal regime, finisse poi per incrinarlo. A margine, fare i conti con il ventennio non dovrebbe indurre ad ammettere che il consenso, se ci fu, non si ebbe perché il fascismo fosse "buono", ma indipendentemente da ogni valutazione morale?   Daniele Rocca

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi