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Anno edizione: 1986
Anno edizione: 2022
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Questo volume riunisce scritti di Daumal compresi fra l’estate del 1939 e l’autunno 1941. Poco più che trentenne, lo scrittore ha qui raggiunto la sua piena maturità. Da una parte continua a elaborarsi la sua opera letteraria, dall’altra la conoscenza approfondita del sanscrito lo arricchisce di un tesoro che egli vuole anche trasmettere ad altri: e rimane insuperata la trasparenza con cui Daumal ha saputo attuare questa trasmissione, come provano in questo volume certi suoi saggi quali Per avvicinare l’arte poetica indù o certe sue traduzioni, dalle Upanisad o dal Panca-tantra. È a questo punto della sua vita che si situa un «cambiamento di programma», con il manifestarsi della malattia che lo avrebbe portato alla morte nel 1944. Si avverte, in tutto ciò che Daumal ha scritto in questo periodo, il senso di un’urgenza che gli impedisce di stornare lo sguardo dall’essenziale. D’ora in poi tutti i testi di Daumal, che si muovevano su direttrici apparentemente disparate, e in genere tutto ciò che scrive – comprese le lettere, rivelatrici, anch’esse qui raccolte – sembra convergere verso un centro invisibile: la conoscenza di sé, intesa nel senso della antica tradizione indù, per la quale «il “sé” è l’oggetto primo della conoscenza; conoscenza non soltanto sperimentale, ma trasformatrice».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un'opera spigliata e piena di humor, in cui ogni frase è da sorseggiare, per poi farla infrangere sul palato del nostro pensiero. Una struttura forte che richiama Rabelais e i modelli del discorso pedagogico rinascimentale. Una guida per poter procedere tra le insidie di una vita intrisa di falso pensare e di autoinganno, cercando di trovare il cammino verso la porta d'uscita del circolo vizioso di un'esistenza agita, verso la verità del proprio sé. Lo consiglio senza dubbi.
Questo volume riunisce scrittti di Daumal compresi fra l'estate del 1939 e l'autunno 1941. Poco più che trentenne, lo scrittore ha qui raggiunto la sua piena maturità. Da una parte continua a elaborarsi la sua opera letteraria, dall'altra la conoscenza approfondita del sanscrito lo arricchisce di un tesoro che egli vuole anche trasmettere ad altri: e rimane insuperata la trasparenza con cui Daumal ha saputo attuare questa trasmissione, come provano in questo volume certi suoi saggi quali "Per avvicinare l'arte poetica indù" o certe sue traduzioni, dalle "Upanisad" o dal "Panca-tantra". E' a questo punto della sua vita che si situa un "cambiamento di programma", con il manifestarsi della malattia che lo avrebbe portato alla morte nel 1944. Si avverte, in tutto ciò che Daumal ha scritto in questo periodo, il senso di un'urgenza che gli impedisce di stornare lo sguardo dall'essenziale. D'ora in poi tutti i resti di Daumal, che si muovevano su direttrici apparentemente disparate, e in genere tutto ciò che scrive sembra convergere verso un centro invisibile: la conoscenza di sé, intesa nel senso della antica tradizione indù, per la quale "il 'sé' è l'oggetto primo della conoscenza; conoscenza non soltanto sperimentale, ma trasformatrice".
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