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Come è possibile avere scienza certa di ciò che è mutevole? Se il paradigma del sapere è un discorso rigoroso che verte su oggetti immutabili, il campo della scienza sembra restringersi solo a oggetti come gli enti matematico-geometrici. Quando gli autori delle università medievali recuperarono i testi aristotelici, trovarono una feconda tensione: da una parte il modello forte di scienza dimostrativa, che Aristotele illustra negli Analitici secondi, dall'altra tutto il campo dei fenomeni fisici che non presentano una regolarità assoluta ma solo "perlopiù", come dice lo stesso Aristotele.Attraverso indagini innovative e anche attraverso la presentazione di testi inediti, i contributi raccolti in questo volume ricostruiscono lo sviluppo del dibattito, sia sul versante più strettamente epistemologico, sia sul versante ontologico-metafisico (infatti gli autori medievali dovettero tener conto anche di un aspetto assente nello Stagirita: la conoscenza divina, la cui onnicomprensività e certezza sembrava vanificare ogni forma di contingenza e ricondurre tutto al 'necessario').
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