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Anno edizione: 1991
Anno edizione: 2010
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Clemente è un adolescente sensibile, un po’ torbido, un po’ troppo «conscio di se stesso» rispetto ai suoi compagni. Lo educano i Gesuiti – e Clemente stesso vuole pensare che un giorno diventerà un Gesuita. Ma i suoi pensieri non hanno nulla di religioso. È attratto dal peccato per eccellenza, la Donna, nella persona di un’avvenente amica di sua madre o di un’ignota signora, dalla sublime volgarità e dalle unghie laccate e acuminate, che un giorno incontra in ascensore. Non avrà però il coraggio del suo peccato. Mentre troverà una soluzione ai suoi turbamenti erotici che paradossalmente viene incoraggiata dai suoi tutori morali, dalla famiglia e infine da lui stesso: l’omosessualità.
Come ha scritto Cesare Garboli, questo è un racconto libertino, leggero, dolce, europeo, volterriano, pochissimo indulgente, senza nessun compiacimento e nessun senso di colpa. Quando apparve, nel 1955, pochi lo capirono. Oggi lo leggiamo ritrovandoci Soldati in stato di felicità narrativa, con quel brio, quella acutezza pungente e quel senso dell’ambiguità dei sentimenti che gli appartengono come a pochi altri.
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