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Anno edizione: 2020
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Libro che ha segnato la mia formazione filosofica. Peccato l'autore non sia trattato nei corsi di laurea in Lettere e in Filosofia: un vero mistero.
Lo splendido testo di Emerson va dritto al cuore, e più che recensire, vorrei riportare alcuni passi: "Se non incontriamo nessun dio, è perchè non ne ospitiamo nessuno" - "Il compiuto uomo del mondo [...] non ha amici e non ha nemici, ma valuta gli uomini solo come canali di potenza" - "Lasciate perdere questo ciarlare ipocrita sulle masse. Le masse sono rudi, storpie, scomposte, pericolose nelle loro pretese e nella loro influenza, e non hanno bisogno di essere lusingate, ma di essere ammaestrate. Vorrei non concedere nulla a loro, ma domarle, trivellarle, dividerle, romperle e cavarne fuori individui. Quel che è peggio della carità è che le vite che vi si chiede di conservare, non meritano di essere conservate. Masse! La calamità sono le masse. Non vorrei proprio nessuna massa, ma solo uomini onesti, amabili, dolci, donne realizzate e nessuno con due mani a forma di badile, di mente ristretta, o milioni di calzettai bevitori di gin o lazzaroni. Se il governo sapesse come, mi piacerebbe che mettesse a freno la popolazione anzichè moltiplicarla. Quando giungerà alla sua vera legge di azione, ogni uomo nato sarà salutato come essenziale. Via da questo urrà delle masse!". Peccato per il saggio conclusivo di Soressi, purtroppo oltremodo astioso nel trattare la figura di Nietzsche nelle differenze e nei parallelismi con Emerson stesso. Uno scritto dalle forzature interpretative piuttosto imbarazzanti (Nietzsche come teorico di un "nuovo terrorismo" e del genocidio, nonchè guerrafondaio ed altre risibili amenità), abbagli presenti soprattutto negli ultimi paragrafi, velati da un livore tutt'altro che emersoniano nello spirito. Una stonatura, certo, ma la potenza del pensiero di Emerson e il vigore etico che trasmette questo magnifico libro, è scontato dirlo, non ne vengono scalfiti in alcun modo.
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