Carl Czerny (1791-1857):
Concerto per pianoforte a quattro mani e orchestra op. 153
Max Bruch (1838-1920):
Fantasia per due pianoforti op. 11; Concerto per due pianoforti e orchestra op. 88°
Nel 2017 il Piano Duo Genova & Dimitrov è stato insignito del prestigioso Echo Award per il disco dedicato ai concerti per due pianoforti e orchestra di Béla Bartók e Viktor Babin, realizzato con l’Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale Bulgara diretta da Yordan Kamdzhalov e pubblicato dalla CPO. Questo nuovo disco sembra essere destinato a diventare una nuova perla della discografia di questi due artisti, proponendo tre brani di grande interesse di Carl Czerny e di Max Bruch. Czerny e Bruch nel programma dello stesso disco? A prima vista, questo abbinamento potrebbe sembrare quanto meno improbabile, visto che i due compositori si collocano agli antipodi dell’espressione musicale. Da un lato si trova infatti un importante autore di metodi e studi per pianoforte, con una spiccata propensione per le logiche barocche, che gli permise di scrivere praticamente ogni brano che gli venne commissionato, e dall’altro un compositore fieramente romantico, per il quale ogni opera comportava una strenua lotta contro i suoi demoni. Nonostante quello che si potrebbe credere, l’abbinamento di questi due compositori che si collocano ai due capi del XIX secolo funziona alla perfezione, come se fossero le due facce della stessa medaglia. Da una parte abbiamo un concerto per pianoforte a quattro mani composto per un pubblico salottiero e dall’altra un’attraente suite concepita per due autentici virtuosi della tastiera e in mezzo un rarissimo concerto, nel quale il giovane Max Bruch fece riferimento a un genio senza il quale né lui né Carl Czerny sarebbero mai diventati quelli che divennero, un genio di nome Johann Sebastian Bach.
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