Alle fonti del suono originaleLa Camerata of the 18th Century e il suo spirito guida Konrad Hünteler si dedicano da anni con grande impegno alla riscoperta del suono originale di opere musicali note e meno note del passato. Questa attesissima ristampa del catalogo MDG ripropone per la grande gioia degli appassionati delle esecuzioni storicamente informate uno dei massimi capolavori della storia della musica che giustifica ampiamente tutto il tempo e la fatica che vennero profusi per questa vera e propria riscoperta, vale a dire i Concerti brandeburghesi di Johann Sebastian Bach.Concerti brandeburghesi? Mai sentiti nominare!Per quanto oggi possa sembrare incredibile, i sei concerti grossi dedicati da Bach al margravio di Brandeburgo Ludwig rimasero del tutto sconosciuti sia ai figli maggiori del sommo Cantor lipsiense Wilhelm Friedemann e Carl Philipp Emanuel sia al suo primo biografo Johann Nikolaus Forkel. Infatti dopo la morte del loro autore i manoscritti di queste opere vennero dimenticati sui polverosi scaffali di una biblioteca, per essere riscoperti solo un secolo più tardi. Dopo essere stati ritrovati, i Brandeburghesi vennero eseguiti per un altro secolo con una pomposa austerità che oggi si fa fatica a immaginare.Interpretazioni storicamente informateNon è senza ragione che la sede della Camerata of the 18th Century si trova ad Amsterdam, una delle città che in passato ha visto sbocciare e poi fiorire il movimento filologico. Tutti i componenti dell’ensemble utilizzano pregevoli strumenti storici, che consentono di ottenere una straordinaria varietà espressiva e una coinvolgente verve che permetteranno di scoprire lati completamente inediti della geniale personalità artistica di Bach anche ai più consumati conoscitori del repertorio barocco, che vi ritroveranno un’interpretazione cesellata con grande raffinatezza, intrisa di intimismo e pervasa da una incontenibile vivacità.Al di sopra di questo mondo«La Camerata of the 18th Century, una formazione davvero celestiale»: questo è il lapidario giudizio con cui il critico di Phonopress ha esaltato la registrazione della Tafelmusik di Georg Philipp Telemann realizzata dall’ensemble diretto da Hünteler, che a dispetto dell’inesorabile trascorrere degli anni, per FonoForum continua a essere «un’edizione di assoluto riferimento».
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