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Anno edizione: 2018
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La lettura del libro è scorrevole, piacevole e avvincente. Le descrizioni delle emozioni, delle paure e degli umori dei personaggi sono pennellate incisive e nette al primo sguardo, ma che si arricchiscono, poi, di sfumature di colori variegate. L'autrice, nella sua narrazione, usa dei paragoni efficacissimi e concreti , ma che non perdono mai in raffinatezza. Sono tanti gli aspetti della vita di coppia e degli affetti familiari (tra sorelle, in particolare) che si incontrano leggendo. I dialoghi tra i personaggi sono argentini e altrettanto vividi sono i loro pensieri, che l'autrice chiaramente definisce con una spiccata capacità introspettiva. Le situazioni sono quelle nelle quali quasi tutti noi ci troviamo immersi, come protagonisti o testimoni, più o meno attivi, e alle quali non sappiamo dare una descrizione tanto forte e profonda come l'autrice fa in questo libro. In questo senso può essere definito come terapeutico, perché serve a guardarsi meglio dentro e a trovare risposte ad alcuni perché. Le protagoniste devo fare scelte importanti, seguire passioni o lasciarle implodere, amare o odiare, desiderare ardentemente o reprimere. Tutti i turbamenti, però, portano ad una fase di equilibrio che rasserena il lettore. C'è, infine, un tratto particolare nel libro, l'accenno alla parapsicologia, che sicuramente incuriosisce gli appassionati, ma che non lascia delusi i neofiti, né tantomeno i distaccati, visto il tocco leggero e disincantato col quale viene innestato nella narrazione. Dalla mente di Elena: "A volte le sembra che lei e Marco si osservino danzare un minuetto amoroso, l'uno ancora immerso nel suo idillio, l'altra smaniosa di crescere, espandersi, diventare tre: sigillare le promesse in un amore incondizionato".
Con la pelle ascolto è un romanzo intenso dove le parole si susseguono con delicatezza e incisività. Un percorso di dialoghi che riportano 'dentro'. Sentimenti, vicissitudini, stati d'animo dove l'innamoramento percorre la strada dell'amore. Con la stessa intensità viaggia attraverso corde sottili e vere nei rapporti tra sorelle, in un parallelo di incertezze inevitabili che il diventare adulti, contiene. La consapevolezza, l'accettazione, la comprensione dei limiti e delle altrettante possibilità che troviamo negli altri. Un percorso narrativo con la capacità di parlare al singolo e diventare corale. Mentre comunica e trasmette più visioni e punti di vista. Un romanzo che assorbe chi legge portandolo dentro, All'interno delle pagine che scorrono insieme alle vicende insieme a una singolare empatia che rende il lettore protagonista. Molto molto bello.
Mi aspettavo un romanzo. Invece questo è un saggio. E neppure sull'amore, ma sull'indagine autoptica delle ghiandole e dei sensi. Un saggio sul fastidio, sul bisogno, sull'intolleranza, sui toni lievi rispetto ai modi crudi. Un saggio così introspettivo-intimista e così lirico da essere, alcune volte, persino disturbante nel suo continuo dominio dei modi. Le donne di Cristina Mosca sono, al contempo, bisognose e repulsive nel dover-voler dirigere le bici-uomo che controllano afferrandole per il freddo acciaio del manubrio, cercandole fanciullescamente e abbandonandole, per evidente allergia al "sempre". In tutta la storia c'è la saggezza conclamata di una giovane donna che sa tutto, al punto da affermare centinaia di micro-verità che insegnano. Forse la cosa migliore è questa: "Elena è come una lavagna vuota che, per lo stupore della logica delle formule matematiche, s' innamora delle dita che tengono il gesso".
Recensioni
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