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Il 26 dicembre 1680 tutta Parigi contemplò meravigliata il passaggio di una delle più grandi comete mai osservate: "La sua coda, che si vedeva fuoriuscire dai vapori all'orizzonte, era di un'estensione prodigiosa, e densa come un arcobaleno, di colore rossastro, larga all'incirca 2 gradi e 3 all'estremità". Era l'astro che avrebbe ispirato, tre anni più tardi, i Pensieri sulla cometa di Pierre Bayle. Fu l'occasione, per gli scienziati del tempo, di osservazioni, calcoli e dibattiti destinati a sgominare tutte le interpretazioni del fenomeno in chiave magica e superstiziosa. Il giovane Fontenelle, autore all'epoca soltanto di libretti d'opera e di una sfortunata tragedia, fu incaricato dal luogotenente di polizia La Reynie, da tempo impegnato in una lotta senza quartiere contro maghi e fattucchiere, di redigere il testo di una commedia d'impostazione razionalista e demistificante. Nacque così La cometa, commedia in prosa ispirata ai prototipi del teatro di Molière. Protagonista è un astrologo che, terrorizzato dall'apparizione della cometa, portatrice secondo lui delle peggiori sventure, rifiuta la mano di sua figlia Florice a Monsieur de La Forest, uomo di buon senso che vede nell'astro un semplice fenomeno naturale. I due giovani riusciranno a unirsi nonostante tutto, grazie all'aiuto dell'astuto servo Maturino. L'interesse della pièce, che all'epoca non ebbe alcun successo, sta soprattutto nella verve polemica contro gli ancora diffusissimi pregiudizi popolari e contro la venalità di astrologi e redattori di almanacchi. Molto informata ed esauriente l'introduzione del curatore e traduttore. Mariolina Bertini
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