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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2011
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Breve a spietato ritratto dell'italia di oggi, che letto ora (2009) pare persino troppo benevolo. Ciò che resta dell'Italia, e cosa diavolo sono diventati gli italiani. Sconforto e frustrazione a volontà.
L'affresco più lucido, spietato, realistico del nostro paese nell'età contemporanea e di come l'ha ridotto la presente classe politica. Un libro che non dà scampo, anche se il titolo indurrebbe ad un minimo di speranza. Un libro che, con qualche riferimento in più anche alle (enormi) responsabilita della sinistra, sarebbe perfetto. Da adottare nei Licei e negli Istituti superiori.
Dopo aver letto il libro "la Casta" mi chiedo: com'è stato possibile arrivare a questo malcostume politico? E ora che siamo "usciti" dal berlusconismo cosa è cambiato Sig. Curzio Maltese? forse sarebbe stato meglio rivolgere, in ugual misura, le sue critiche anche alla sinistra?
Recensioni
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È da una constatazione che nasce l'amarezza dominante in questo saggio-pamphlet: come osserva Giorgio Bocca nelle prime pagine, esiste un "fascismo perenne" italiano che torna a galla di quando in quando sotto lo stimolo dei disagi sociali e della mancanza di senso civico. Nell'analizzarne l'evolversi, partendo da un'intensa rievocazione della Milano d'antan, Curzio Maltese scandaglia la genesi dei nostri mali dal dopoguerra in poi; pur concentrato sui problemi materiali, arricchisce la propria analisi di spunti poetici sempre caratterizzati da una grande efficacia argomentativa (come quando parla della grigia quotidianità di molte donne di periferia). "Si è rotta l'Italia", dice. Un paese che, con l'immobilità sociale, la "pazzesca emarginazione" dei giovani, il culto ipocrita della famiglia, le illusioni efficientiste, la "giustizia di classe", la miope discriminazione verso gli immigrati, sta soffrendo più che mai per il lacerante riaprirsi delle sue piaghe storiche. Il berlusconismo ha così avuto buon gioco nel far leva su un cinico "machiavellismo di massa", complici una certa sinistra, intellettuali consenzienti e il mondo televisivo, per sdoganare, in nome della diffusa paura della modernità, i ben noti vizi nazionali: depotenziando quell'antifascismo che ne era stato a lungo il più efficace antidoto, li ha elevati a fondamento di una nuova, qualunquistica etica civile. Nello scrivere poco prima delle elezioni, Maltese, fra i pochi oggi capaci di sviluppare intuizioni folgoranti in uno stile diretto, sintetico e mai ideologico, rileva come ci si trovi alle ultime chance per uscire "dagli anni perduti".
Daniele Rocca
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