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Un reportage tra le macerie elettorali della sinistra, per capire dove sta andando l’Italia.
«Che accade ora nella Toscana fu comunistissima e ritinteggiata di verde? David Allegranti ha provato a spiegarlo in un saggio sul campo, dal "laboratorio" di Pisa. Testimonianze, spunti, e un titolo volutamente provocatorio» - Sette
«Io l'avevo detto: montate sulla linea 5, quella che collega Cep, Putignano, Riglione, tutte le zone rosse della mia Pisa. Montateci sopra e vedrete, vi accorgerete di cosa dice la gente. Alla fine non ci sono montati»
C’era una volta una terra in cui il centrodestra era condannato all’opposizione e il tempo era scandito al ritmo placido delle feste dell’Unità. Nessuno scandalo nazionale o burrasca elettorale sembrava importante, nessuna alternanza era prevista: che il partito si chiamasse Pci o Pds, Ds o Pd, poteva andare sul sicuro perché lì, si sa, “votano tutti a sinistra”. Poi un bel giorno tutto è cambiato. Alle elezioni del 2018 la cosiddetta “Toscana Rossa” ha perso nel giro di qualche mese i sindaci di Massa, Siena e Pisa, dove la Lega è cresciuta di quasi 25 punti percentuali in soli cinque anni. Nel 2019 si voterà a Livorno, finora amministrata dai Cinque stelle, e Firenze, banco di prova degli ultimi scampoli di renzismo. Intanto Susanna Ceccardi, giovane e agguerrita sindaca salviniana di Cascina, punta alle regionali del 2020, e c’è chi dice che rischia di vincerle. Partendo da Pisa e allargando lo sguardo alle macerie rosse di tutta la regione, David Allegranti costruisce una rigorosa e documentata analisi di questa sconfitta che è anche un reportage di viaggio nel paese reale, qui dove gli edicolanti vendono più “La Verità” del “Manifesto” e dove le vecchie sedi del Pd vengono dismesse e cedute alla rampante sezione locale della Lega, qui dove gli anziani si rifiutano di affittare agli immigrati, i vecchi sindacalisti Cgil si candidano con la Lega e i parroci si sentono gli ultimi a resistere all’assalto, asserragliati nelle mense della Caritas sotto continuo attacco degli assessori leghisti. Perché il cambiamento non si ferma allo stile comunicativo di Salvini e non è nato dal nulla: è figlio della stanchezza e del senso di abbandono della gente, dei circoli Arci deserti che negli anni hanno perso la comunità che li animava. Solo attraversando questa terra risvegliata da un torpore lungo cinquant’anni si può capire che cosa sta succedendo davvero a questo Paese.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Troppo pretenzioso su argomenti non trattati in modo approfondito
Noi italiani come tutti gli altri popoli, meritiamo tutti governi che abbiamo avuto, compreso quello attuale. Ai tempi di Mussolini, quanti italiani erano fascisti? Simpatizzanti, militanti o opportunisti, l'italiano medio è fatto in questo modo. Il fallimento della sinistra in certe regioni d'Italia è conseguenziale alle loro politiche interne ed estere, sociali ed economiche, asservite al potere del capitale (purtroppo in questo la destra ha ragione), e distaccate dalle esigenze del popolo. Ma è utopistico il fatto che crediamo nell'esistenza di altre forze politiche che possano cambiare lo stato delle cose, dato che in realtà sono i mercati e l'alta finanza speculativa a detenere il vero potere, a cui qualsiasi governo è per forza di cose assoggettato. Se poi per giunta diamo in mano questo finto potere a forze politiche come il M5S e la lega (NORD!!!), siamo bravissimi a darci la zappa sui piedi. Governo attuale figlio dell'improvvisazione più fantozziana e culturalmente rozzo, intollerante e legato al cattolicesimo più reazionario, di chiarissima ispirazione filofascista (chiamiamo le cose con il loro vero nome, senza strumentalizzarle politicamente come fa la sinistra).
Dopo Siena e il suo tonfo, oggi tocca a Pisa, scopertasi improvvisamente leghista. Come mai? Cosa è successo? Forse le cause sono tante, ma alla fine, se si può dire come a Verona "struca struca"- viene fuori che la destra ha vinto perché ha individuato il nemico e lo ha ingrandito tanto che la percezione del nemico è molto più alta della realtà. E il nemico sono gli immigrati e i rom, gente che delinque, che piscia per strada, che ruba, spaccia droga e altro. Gente che è percepita come protetta dalla sinistra. Ecco pertanto la guerra dei poveri, i penultimi contro gli ultimi. La sinistra percepita come portatrice di bellezza, di cultura, di intelligenza, ma distratta sui problemi reali dei penultimi. E poi la "gioiosa macchina da guerra" al servizio del Capitano: i social che lo portano nelle case della gente, assieme a qualche suo affezionato, come la sindaca di Cascina, astro nascente del cielodurismo leghista o l'altro onorevole, appena ventiseienne, ma già sulla rampa di lancio del successo politico: sempre portando avanti il "prima gli italiani". Ma durerà?
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