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a me non è piaciuto per nulla,prolisso,noioso e lento!speravo in qualcosa che movimentasse un pò la trama ma anche l 'aseptto psicologico non è stato trattato secondo i miei gusti.il fatto che ci sia la perdita di un figlio non può però paragnarlo alle"bambine che cercavano conchiglie" che ho apprezzato molto.
Un inizio fulminante,da togliere il respiro.Una storia che si snoda con continui rimandi temporali che,a mio avviso,spezzano il ritmo e disorientano il lettore.Un romanzo strano,coinvolgente a tratti,spento e trascinato spesso,con personaggi ,tutti ben delineati,in questo l'autrice è straordinaria,le cui vicende però in taluni casi restano sospese,incompiute.Pagine ricche di riflessioni sull'amore in tutte le sue declinazioni,sul valore della vita e della speranza che ne è il motore ,sulla morte e le sue ripercussioni,sulla famiglia centro e approdo di tensioni e conflitti ma allo stesso tempo aspirazione e compimento perfetto per ognuno dei personaggi.Un racconto che tocca corde importanti della sensibilità delle donne,specie delle madri,ma che pone anche importanti domande sul ruolo che le madri lasciano ai padri.Il titolo italiano è veramente inadeguato al tema dello scritto come anche la copertina e quelle righe che dovrebbero incoraggiare e interessare il lettore.Pur con le perplessità espresse finora, considero questo un bel romanzo che,comunque,merita di essere letto.
Una lettura profonda e prevalentemente psicologica, su come i vari componenti di una famiglia affrontano la grave perdita che li ha colpiti. Mi ha ricordato molto un altro libro edito da Garzanti, "Le bambine che cercavano conchiglie"...è molto simile la struttura narrativa, con ogni capitolo dedicato ad un personaggio diverso e al suo modo di vivere e superare il dolore. Bello il personaggio di Biscuit ma ancor di più quello di Jess, che per la maggior parte del libro è il fulcro che unisce i vari personaggi. Un romanzo senza colpi di scena o segreti da scoprire, ma che ugualmente affascina e tiene incollati alle sue pagine.
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