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Come le cicale è un libro young adult (10-14 anni) che racconta una storia di carattere LGBTQ+ in cui è facile immedesimarsi. È un romanzo di formazione breve, pensato per un target molto giovane: la scrittura è estremamente semplice ed efficace, ma per nulla imprecisa. I personaggi sono tratteggiati con molta esattezza, così come i loro stati d’animo e i loro cambiamenti. La storia è ambientata nel 1994 e racconta i mesi delle vacanze estive della protagonista, Teresa, anche detta Terry, una ragazza che ha appena concluso la prima media e che, come ogni estate, trascorre le vacanze nella casa al mare della famiglia, dove incontra i suoi amici di sempre. Quest’anno, però, scopre un cambiamento che sembra aver colpito tutte le ragazze tranne lei. Le sue amiche di sempre sono cambiate radicalmente: sono cresciute, hanno iniziato a truccarsi, a mettersi il reggiseno, a parlare di ragazzi. Insomma, il loro atteggiamento è cambiato totalmente. Persino il suo migliore amico è diverso rispetto agli anni precedenti. L’unica che non si sente cambiata è proprio Terry, la cui vacanza viene sconvolta dall’arrivo di Agata. Subito, Agata viene vista da Teresa come una creatura angelica, un qualcosa di elevato che non appartiene allo stesso mondo adolescenziale delle sue amiche. Teresa se ne innamora all’istante. Nonostante la scrittura sia minimale, Fiore Manni riesce a far percepire il conflitto interiore di Teresa e il suo viaggio verso la consapevolezza di sé stessa. Il racconto non si concentra tanto sulla realizzazione della storia d’amore, quanto sulla protagonista e sul suo arrivo alla consapevolezza di essere quello che è e di abbracciare il sentimento nato per caso per Agata. È una storia delicata, leggera ed eterea, una parentesi estiva apparentemente priva di significato ma che in realtà lascia un segno profondo nell’anima della protagonista. Lo consiglio a tutti i giovani adulti!
Scrivere un racconto per un target young adult non deve essere un lavoro facile. Si tratta di saper stare sempre in equilibrio, non cedere alla tentazione di complicare le cose, di aggiungere orpelli ad una trama che deve essere lineare, sì, ma non banale o inutilmente sviante. Credo che Fiore Manni ci sia riuscita, in questa semplicissima storia: circoscritta in un tempo definito, una estate, in una location, la casa delle vacanze, un'età precisa, i dodici anni, un tema, il primo amore. Dodici anni, così lontani, per molti di noi, eppure ancora così vividi e, lo sappiamo bene, determinanti per la formazione degli esseri che siamo diventati. Il momento dei riti di passaggio - i primi riti di passaggio, vorrei aggiungere, dato che nel corso dell'esistenza si ripresentano a cadenze regolari, la differenza è che ai successivi sai di poter sopravvivere...ma soprattutto il momento delicatissimo in cui la propria identità inizia a definirsi a noi stessi ed a pretendere attenzione. L'espressione e la ricerca della sessualità continua ad essere un tema cui spesso i genitori, anche i più illuminati, non possono supportare i propri figli, quindi ben vengano libri con cui i ragazzi possano confrontarsi, trovare il vocabolario e una mappa per riconoscere qualcosa del proprio sentire.
Non conoscevo ancora Fiore come scrittrice, ma seguendola sui social mi sono lasciata tentare dalla presentazione di questo romanzo per ragazzi. Come ha detto lei, è una storia che purtroppo i giovani di ieri non hanno avuto, ma confido che quelli di domani ci si possano rispecchiare appieno. Non so dire se questo libro abbia parlato al mio cuore, perché mi posso rispecchiare poco in Teresa, ma non posso negare di aver fatto spazio sulla mensola dei libri che devono stare in una posizione privilegiata. Consigliato a pieni polmoni. E ovviamente #TeamLiquirizia
Recensioni
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