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Ogni vita nasconde un segreto. Ogni luogo cela un mistero. Ogni morte racconta una storia.
«La villa sembrava deserta, ma il cancello sulla strada era aperto. Guido entrò e notò un piccolo belvedere circolare in un boschetto di betulle. L'immancabile finto tempio greco, che le vecchie case della valle portavano come un vezzo di perle su un abbigliamento severo. Si avvicinò e gettò uno sguardo all'interno, e il suo cuore perse un battito o due. Poi ripartì con una serie di colpi all'impazzata. Per un istante ancora non riuscì a capire cosa stava guardando. Sul pavimento c'era una ragazza bionda, con indosso un abito azzurro lungo fino ai piedi, morta».
La forma a ventaglio e il colore tipico di quel periodo autunnale, un giallo così acceso da sembrare innaturale. Impossibile sbagliarsi, per un giardiniere come lui: è una foglia di Ginkgo Biloba. Ed è la seconda cosa fuori posto che Guido nota in quel giardino trascurato, parte di una grande villa abitata solo per due settimane l'anno, in agosto. La prima, invece, è stata una ragazza bionda stesa a terra, con indosso un elegante vestito lungo, dello stesso punto di blu dei suoi occhi spalancati sul nulla. Forse per colpa di quel colore che lo riporta a un passato mai dimenticato, o per quella foglia inconfondibile in un giardino senza alberi di Ginkgo Biloba – un dettaglio che Guido, per qualche strana ragione, non segnala alla polizia –, o magari per quel sentore di un profumo antico e familiare che solo lui, grazie al suo olfatto finissimo, ha percepito sulla scena del delitto, comunque sia quella ragazza sconosciuta e il suo triste destino diventano quasi un'ossessione per Guido. Sebbene abbia svariati motivi per mantenere un profilo basso, non resiste alla tentazione d'intraprendere una sorta d'indagine clandestina parallela a quella ufficiale. E il punto di partenza è proprio la foglia di Ginkgo Biloba. Perché lì, in Valle Cervo, in alcuni giardini privati in effetti ci sono degli alberi di Ginkgo. Guido inizia così un pellegrinaggio nei luoghi che lo hanno visto nascere e da cui se n'era andato per cercare fortuna in Francia, ma dov'è tornato da qualche anno per ritrovare una certa tranquillità. Una valle dimenticata dal resto del mondo e in cui pare che il tempo sia sospeso, una valle dove tutti parlano poco e non succede mai nulla. Ma dove sono nascosti segreti che non è più possibile tenere sepolti...
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il carattere dei personaggi corrisponde perfettamente al carattere degli abitanti delle valli piemontesi. Il dialetto, quindi, fa parte della narrazione, anzi, nella realtà le quantità sono rovesciate, a scapito dell'italiano. L'autrice punteggia i dialoghi con termini assai comprensibili, com'è nella nostra cultura: o vorremmo limitare Il mistero buffo, il Pasticciaccio e alcune canzoni di Battiato a mere fruizioni locali? Il testo è lieve, l'invenzione del giardiniere che scopre il delitto è geniale; ci sono anche momenti di suspence e - per chi si cala nella lettura - anche di paura. La vicenda coinvolge, la narrazione scorre anche grazie a una lingua colta che è come se stesse un passo indietro, senza sfoggio. Il giallo classico è altrove, se c'è questa aspettativa si potrebbe essere delusi, anche se fatalmente il lettore si mette a indagare, seguendo Guido; questo è un buon racconto con spunti di riflessione mai banali, poggiati su un delitto apparentemente senza soluzione.
Ho impiegato due anni per leggere questo romanzo. Quando ho ricevuto questo libro, ero molto entusiasta d'avere la possibilità di leggerlo al "day one", ma dopo le prime 100 pagine, non sono riuscita a continuarlo: la storia era completamente immobile, ferma sul continuo rimuginio del protagonista che, fossilizzato da una vita di ansie sociali e routine, stava tenendo un punto fermo anche con me, la lettrice. Annoiata da ciò, ho preferito lasciar perdere e dedicarmi ad altre letture, procrastinandolo per un po'. Non molto tempo fa, però, ho deciso di concluderlo per amor di completezza (o disturbo ossessivo compulsivo, che per me ormai sono più o meno lo stesso). Il libro, in sé, non mi è piaciuto: ci sono troppe forme dialettali, di cui molte non sono riuscita a comprendere (non c'erano note a piè di pagina con traduzioni e io, il piemontese che parlano sulle montagne, non lo conosco); inoltre, le prime 100 pagine sono troppo lente, verso le 200 la trama si svolge un po', ma solo dopo le 300 si movimenta sul serio (e il libro non arriva a 400 pagine totali). La storia, invece, mi è piaciuta: un vecchio giardiniere che risolve un caso di omicidio in cui viene invischiato, grazie alla sua conoscenza delle piante e del piccolo paesino in cui vive, trovando (forse) anche l'amore umano. Ve lo consiglio? Non lo so. Ci sono letture migliori? Beh, si. Ci sono letture peggiori? Assolutamente si.
Un bel personaggio questo Guido, ambientazione particolare come piacciono a me,ottima storia aspetto nuovi episodi
Recensioni
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