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Colonia per maschi. Italiani in Africa Orientale: una storia di genere - Giulietta Stefani - copertina
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Colonia per maschi. Italiani in Africa Orientale: una storia di genere
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Colonia per maschi. Italiani in Africa Orientale: una storia di genere - Giulietta Stefani - copertina
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Descrizione


Quella degli italiani che combatterono o lavorarono nelle colonie africane del fascismo è una storia poco e mal conosciuta. Questo libro intende fornire un contributo di conoscenza sui comportamenti e i sentimenti di quanti, militari o civili, furono coinvolti nella colonizzazione dell'Etiopia (1935-41). Attraverso lo studio di memorie e diari inediti, ma anche della propaganda e della letteratura coloniale coeva, il volume indaga sul significato del colonialismo per gli italiani in termini di identità maschile, sia sul piano dell'esperienza vissuta che su quello dell'immaginario e della rappresentazione, pubblica e privata. Partendo dall'ipotesi della conquista coloniale come "terapia" per arginare la "degenerazione" del maschio e dal mito dell'Africa come luogo di frontiera e "paradiso dei sensi", il saggio intreccia l'analisi dei modelli maschili e delle politiche coloniali del fascismo con la ricostruzione delle esperienze quotidiane e delle percezioni di sé degli italiani. In particolare, sulla scia di molti studi coloniali stranieri focalizzati sulle variabili di genere e razza, l'analisi si sofferma sulla sfera dei complessi e multiformi contatti con gli uomini e le donne della società locale. Ne emerge un complesso di relazioni tra colonizzatori e colonizzati sicuramente caratterizzato da gerarchie e razzismo, ma anche da rapporti amicali, erotici e omoerotici, paternalistici e, talora, paterni.
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Dettagli

2007
16 gennaio 2007
202 p., Brossura
9788887009996

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Lorenzo
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Come dichiara l'autrice, il libro indaga "il significato del colonialismo per gli italiani in termini di mascolinità, cioè di modelli,d'identità, di esperienze e di rappresentazioni maschili" in Africa orientale nel periodo 1935-1941. Senza dubbio siamo di fronte a un coraggioso e interessante tentativo, condotto in parte su fonti inedite, di esaminare un aspetto poco studiato del colonialismo italiano. Tuttavia sono necessarie alcune osservazioni. Con il concetto di mascolinità, antitradizionale ed estensivo, adottato dall'autrice, l'ambito di riferimento diviene molto ampio, ma si favoriscono anche sviluppi piuttosto deboli (si veda p.es. la parte sull' "Africa dei civili"). Inoltre l'analisi trascorre disinvoltamente, in diverse occasioni, dal piano soggettivo delle concezioni e dei sentimenti a quello oggettivo dei comportamenti e dei fatti, e viceversa. Certo l'approccio della ricerca è interdisciplinare, ma si può dubitare che la sua applicazione sia stata la migliore possibile. Sono discutibili anche altri punti, di minor rilievo. Non si comprende infatti perché si trattino certi aspetti della propaganda coloniale, come il famoso "posto al sole", che si rivolgevano non ai maschi ma all'intera collettività, né perché si citino in proposito diverse testimonianze femminili. La cura degli ascari per la divisa, poi, viene interpretata come un elemento di femminilizzazione, mentre rivela semmai un orgoglio tipicamente maschile per l'appartenenza al corpo militare, che la divisa simboleggia. Veramente mediocri infine alcune testimonianze su cui si basa il ritratto del viceré Graziani. Comunque nel suo complesso il libro non è privo di utilità, diverse conclusioni sono acute e condivisibili, anche se il linguaggio è talora un po' arduo.

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