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Anno edizione: 2023
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E' la rielaborazione delle annotazioni dei dialoghi privati che Hermann Rauschning, membro del partito nazionalsocialista e capo del governo della Città libera di Danzica nel 1933-34, ebbe con Adolf Hitler, in quanto suo stretto collaboratore e confidente. Il libro fu pubblicato per la prima volta in Francia nel 1939(in Italia, addirittura solo nel 1996). L'opera è indubbiamente di altissimo interesse perché costituisce una testimonianza unica sulla figura del Furer. Do solo tre stesse, però, perché ritengo impossibile che l'autore possa essere stato in grado di annotare tutti i dialoghi, in molti casi, riportandoli addirittura virgolettati come se fossero stati trascritti al momento. l'unico modo sarebbe stato registrare le conversazioni di nascosto con un registratore, che all'epoca non era stato ancora inventato. Ritengo, invece, piuttosto verosimile, che in buona parte siano il frutto della propaganda alleata. l'autore, infatti, ruppe col nazismo e si rifugiò negli U.S.A., di cui chiese la cittadinanza e dove è morto nel 1982.
Che si possa avere dei colloqui con Hitler e riportarli virgolettati come se fossero stati trascritti al momento mi fa pensare a un falso, buono come esempio di propaganda alleata.
Hermann Rauschning, membro del partito nazionalsocialista e capo del governo della Città libera di Danzica nel 1933-34, ebbe, per gli incarichi ricoperti, l’opportunità di colloquiare sovente con Hitler e annotò questi dialoghi, per poi riprenderli, una volta rotto con il nazismo e riparato all’estero, e scrivere un libro che fu pubblicato per la prima volta in Francia nel 1939. Per quanto ovvio, l’opera fu proibita nei paesi dell’Asse. Il libro, oltre a ricostruire la continua evoluzione delle teorie naziste, è una fonte valida per comprendere il contrasto caratteriale del Fuhrer, fatto di momenti di estasi e di altri di abbattimento, che portano a evidenziare un quadro clinico di notevole complessità comprendente due distinte personalità del tutto inconciliabili. In una ridda di controsensi, inevitabili in un continuo sdoppiamento della personalità, fra alti esaltanti e bassi paurosi, possiamo così leggere l’evolversi della scalata al potere di Adolf Hitler e i prodromi di quello che avverrà da lì a pochi anni: una guerra mondiale sanguinosa, l’olocausto, l’eliminazione di milioni di cittadini sovietici, la distruzione della Germania, la fine del Fuhrer a Berlino nel bunker della cancelleria. Tutte queste sciagure sono facilmente prevedibili se si leggono con attenzione questi colloqui, più che altro monologhi del dittatore, perché è evidente, non è nemmeno nascosta la vocazione nichilista a un crepuscolo non tanto di dei, ma di folli e illusi superuomini. La lettura, appassionante, è senz’altro raccomandabile.
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