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Cittadinanza europea. Istruzioni per l'uso
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Cittadinanza europea. Istruzioni per l'uso - Costanza Margiotta - copertina
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Descrizione


La cittadinanza europea ha compiuto vent'anni e quasi nessuno se n'è accorto. Eppure, a chi si è spostato all'interno dell'Unione, ha permesso di godere di diritti fondamentali nell'ambito di ordinamenti diversi da quello di provenienza: dalla non discriminazione nelle prestazioni sociali fino al ricongiungimento familiare anche per le coppie omosessuali. Proprio perché sovranazionale, è uno strumento giuridico potenzialmente innovativo che ha maturato una dotazione propria di diritti. Ma la crisi, causa di nuovi importanti flussi migratori intraeuropei, ne ha messo in luce anche la fragilità. Questo libro invita a prendere consapevolezza del suo contenuto e dei suoi possibili sviluppi, progressivi o regressivi.
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Dettagli

2014
6 marzo 2014
XVII-183 p., Brossura
9788858110997

Voce della critica

  Il ricco volume di Costanza Margiotta colma senz'altro un vuoto nel panorama letterario sulla cittadinanza europea. Si tratta infatti di un testo che, a una precisa ed esaustiva panoramica del contesto giuridico in cui la cittadinanza europea prende le mosse e si sviluppa, associa una prosa accessibile al grande pubblico, rendendo agevole e avvincente anche per il non giurista il racconto della lunga marcia verso la costruzione del cittadino d'Europa. È certamente un libro adatto agli studenti di giurisprudenza, ai quali offre una descrizione semplice e chiara del sistema delle fonti europee nel loro vivace intrecciarsi con le fonti nazionali degli stati membri, mettendo nella dovuta luce il protagonismo della Corte di giustizia nella costruzione di un ordinamento giuridico, quello dell'Unione europea, sicuramente unico nel suo genere e in costante pressione sui sistemi nazionali secondo schemi non sempre prevedibili, fatti di fughe in avanti, battute d'arresto e retromarce. È un libro, però, estremamente utile anche per tutti coloro che, versati o meno nel diritto, vogliano capire che cosa significhi essere cittadini europei oggi, quali prospettive si aprano a chi sappia sfruttare le potenzialità di questa nuova soggettività giuridica e quanto sia importante lottare affinché le conquiste ottenute non si perdano sotto i recenti colpi di un revanchismo nazionalista, in grande misura determinato dalla crisi economica e dal conseguente timore dello straniero (anche europeo). In un mondo sempre più sconfinato in cui la mobilità costituisce per molti la cifra dell'esistere, il riconoscimento di uno spazio europeo all'interno del quale i cittadini degli stati membri dell'Unione possano vantare un nucleo essenziale di diritti derivanti dal loro status di cittadini europei, fra cui innanzitutto l'incondizionata prerogativa di circolare e soggiornare in tutto il territorio dell'Unione, è il primo passo (è questa la tesi di fondo dell'autrice) per l'edificazione di un'Europa finalmente politica, che sappia delineare autonomi percorsi di costruzione sociale, attenti alle esigenze delle persone e non dei poteri forti. In questo senso la cittadinanza europea ‒ "sentita" e non "pensata, solamente" ‒ potrebbe costituire la chiave di volta per trasformare dal basso le politiche dell'Unione europea: per i cittadini degli stati membri il farne parte potrebbe allora perdere l'odierno significato punitivo, per assumerne invece uno di forte emancipazione. Quali vantaggi offre oggi lo status di cittadino europeo? Come e nei confronti di chi possono essere attivati i diritti che ne derivano? Essi spettano soltanto ai cittadini "mobili" oppure possono essere rivendicati (contro lo stato di appartenenza) anche da chi non si sia mai mosso da casa sua? E infine, nelle pieghe del sistema, esistono spazi di flessibilità che ammorbidiscano l'aspetto brutalmente esclusivo della cittadinanza europea nei confronti degli extracomunitari? Sono queste le domande cui Margiotta risponde attraverso un brillante racconto della nascita e della costruzione, da parte delle istituzioni della Comunità economica europea prima e dell'Unione poi, di quel nuovo soggetto di diritto comunitario che a partire dal Trattato di Maastricht (1992/3) prenderà il nome di cittadino europeo. È la storia (la cui trama è fatta dalle tante sentenze illustrate nel libro) dei diritti che, in un progressivo crescendo, la Corte di giustizia attribuisce al novello soggetto (a sua volta variamente rimodulato nel tempo), sempre rincorsa nelle sue fughe in avanti dal legislatore comunitario. Si tratta dei diritti di circolare liberamente, di soggiornare, di non essere discriminati rispetto ai cittadini nazionali, tanto sotto il profilo retributivo e delle condizioni di lavoro, quanto sotto il profilo sociale e fiscale, ma anche, per esempio, di ottenere il ricongiungimento familiare con cittadini di stati terzi (perfino quando si tratti di un matrimonio omosessuale non riconosciuto dallo stato di appartenenza, come nel caso di Flavio, cittadino italiano, che grazie al suo status di cittadino europeo ottiene dall'Italia il permesso di soggiorno per Rafael, cittadino uruguaiano che aveva precedentemente sposato in Spagna, dove risiedeva) o addirittura la pensione di reversibilità del partner transessuale morto, con il quale per ragioni anagrafiche non si sia potuto contrarre matrimonio (un caso del 2004). L'ampliamento del novero dei diritti di cui lo straniero privilegiato, trasformatosi nel 1993 in cittadino europeo, diviene via via titolare, va di pari passo con l'allargamento della sfera di coloro cui è dato attivarli. Dapprima spetta, infatti, solo al lavoratore migrante, in quanto soggetto economicamente attivo, beneficiare dei corrispondenti diritti, ma la categoria dei "soggetti di diritto comunitario" molto presto si allarga per comprendere anche i familiari dei lavoratori, e poi – sia pur con un numero inferiore di diritti esercitabili ‒ i consumatori di beni e i destinatari di servizi, gli studenti, i pensionati e tutti coloro che, pur inattivi economicamente, siano però dotati di sufficienti risorse economiche nonché di un'assicurazione sanitaria. Se, dunque, al momento dell'entrata in vigore del Trattato di Maastricht la Corte di giustizia aveva già provveduto a separare il concetto di soggetto di diritto comunitario titolare dei diritti di libertà di circolazione e di soggiorno dall'idea di persona economicamente attiva (il lavoratore), è solo più tardi che essa tenterà di svincolare definitivamente la cittadinanza europea dal significato di cittadinanza mercantile, offrendo al cittadino europeo in quanto tale la possibilità di far valere tutti i suoi diritti di cittadinanza, fra cui il diritto alla non discriminazione in relazione al welfare rispetto ai cittadini nazionali o il diritto di soggiorno anche qualora egli sia economicamente inattivo e senza assicurazione sanitaria. Nel 2001 con il caso Grzelczykla Corte accoglie, infatti, la richiesta di uno studente francese, legalmente residente in Belgio, volta a ottenere il sussidio di disoccupazione previsto in quello stato per i soli studenti belgi e nel 2002 dichiara che Baumbast, cittadino tedesco, ha il diritto di soggiornare in Gran Bretagna nonostante sia economicamente inattivo e non abbia una copertura sanitaria totale. Si tratta di passi importanti verso l'affermazione di una cittadinanza europea piena, capace di conferire diritti di libera circolazione e soggiorno a tutti i cittadini degli stati membri, indipendentemente dalla loro agiatezza, il cui dispiegamento totale è però inibito dal timore che gli stati, gelosi in tempi di crisi delle proprie sempre più magre risorse, possano opporre forti resistenze a un presunto "turismo sociale". D'altronde anche sotto il diverso profilo dell'emancipazione della cittadinanza europea dall'effettivo esercizio del diritto di libera circolazione, la Corte di giustizia dovrà tuttavia far retromarcia di fronte alle proteste degli stati per l'indesiderato allargamento delle maglie del legittimo soggiorno per i cittadini extra-comunitari, che dall'esercizio di un tale diritto a volte scaturisce. La lunga marcia del cittadino europeo per venire al mondo non è dunque ancora finita, ma per apprezzare il cammino che esso ha finora svolto e partecipare consapevolmente al suo percorso futuro la lettura di questo libro è fondamentale.   Elisabetta Grande

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