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scheda di Bianchetti, C. L'Indice del 2000, n. 09
Saggio sofisticato nel progetto grafico come nella costruzione dei riferimenti, difficilmente ascrivibile a un solo genere: per metà affermazione di un punto di vista sulla città contemporanea, per metà illustrazione di un'attività professionale ampia, piegata a dimostrare quell'affermazione poiché si è sviluppata nel tempo in cui essa prendeva corpo e ne ha permesso la precisazione. L'affermazione concerne l'utilità di osservare città e territorio come composti di materiali. Una mossa decostruttiva con una lunga storia (dalle avanguardie artistiche dei primi del Novecento, ai situazionisti e al decostruttivismo in architettura): una strategia per tornare a osservare la città, descriverla, nominarne gli elementi, ricomporli entro nuovi esercizi progettuali. L'angolazione adottata permette di rileggere buona parte della letteratura urbanistica (quella che si occupa di civic art e site planning) ritrovandovi importanti suggestioni, ma anche discostandosi da essa, laddove si afferma che un'osservazione dei materiali urbani permetterebbe di superare il problema della forma e affrontare quello della costruzione. Affermazione cruciale che rimane però nell'ordine di un enunciato, mentre sono considerati in profondità i modi con i quali la città contemporanea, così ripensata, può rinnovare il progetto a partire da alcuni grandi temi: il vuoto, la composizione di oggetti discontinui, la modellazione del suolo. A ciò è dedicata tutta la seconda parte del testo, la cui fondamentale ambizione è quella di consolidare le ragioni di una prospettiva elementarista all'interno dell'urbanistica contemporanea.
(C.B.)
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