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La città che non c'è. L'internet, frontiera di uomini - Giuseppe Romano - copertina
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La città che non c'è. L'internet, frontiera di uomini
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La città che non c'è. L'internet, frontiera di uomini - Giuseppe Romano - copertina

Descrizione


L'internet è frontiera e territorio di uomini, cioè un ambiente di comunicazione globale fatto di computer, telefoni, carte di credito, banche, caldaie e forni a microonde. Ma è anche un vero e proprio luogo dove uomini si incontrano. È il territorio delle libertà, secondo i suoi fondatori, ed è la patria del controllo, di leggi e decreti restrittivi, ma è anche il regno dell'anarchia, come confermano le quotidiane intrusioni di virus, ladri d'identità, terroristi via software. È ora di capire, di indagare nel passato e di proiettarci nel futuro: per civilizzare la frontiera, per diventare cittadini della rete.
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Dettagli

2004
1 agosto 2004
217 p., Brossura
9788873131069

Valutazioni e recensioni

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anna.emma
Recensioni: 5/5

Un libro estremamente interessante, che affronta l'argomento " internet " da molteplici angolazioni. Mano a mano che si procede nella lettura,ci si addentra sempre più in questo mondo così " misterioso" ed anche, sotto alcuni aspetti, così affascinante, e che, oramai, fa parte, volenti o nolenti, del nostro quotidiano. I vari capitoli che si susseguono sono ricchissimi di informazioni, con continui riferimenti che spaziano dall'ambito storico a quello filosofico, dal religioso all'antropologico, a dimostrazione di quanto sia polimorfo l'argomento trattato ( e di quanto sia vasta la cultura del professor Romano ). E' un libro che parla, in ultima analisi, di una delle esigenze imprescindibili di ogni essere umano:quella della comunicazione, e ne parla in modo molto avvincente. Un libro da comprare.

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Giancarlo Polenghi
Recensioni: 5/5

È difficile collocare il libro di Giuseppe Romano sullo scaffale della libreria. Non è un libro sulle tecnologie, non è un libro di sociologia e nemmeno un saggio antropologico, non è un libro sulla comunicazione e sui suoi rapporti con la cultura, non è un libro sulla globalizzazione e sugli sviluppi dell’internet. Non è nessuna di queste cose, ed è tutte queste cose insieme. Un libro ambizioso che cerca di capire come l’internet stia cambiando il nostro modo di essere e di pensare. Accanto a ben consolidate verità –mai abbastanza ripetute – come quella che la rete è essenzialmente un fatto umano e non tecnico, ci sono riflessioni originali sul rapporto reale/virtuale e su come l’internet stia agendo sulla memoria e sull’immaginazione, tanto importanti nei singoli, come nelle collettività, per determinare il senso di identità. L’autore ritiene che siamo nel tempo della virtualità reale, cioè in un tempo in cui ciò che si fa con il virtuale non solo incide sulla vita vera ma modifica e modella perfino le nostre percezioni offrendo nuove e più potenti “visioni” ma anche ci espone a rinnovate minacce. Il computer come estensione sensoriale, una protesi tecnologica, che attraverso l’internet concorre a creare il pensiero e una realtà virtuale che è costitutiva, immersiva, interattiva e “straordinariamente mitologica”. Molto interessante anche il terzo capitolo dedicato a testi, contesti e ipertesti con la messa a fuoco del lettore che diventa “inter-attore”, corresponsabile attivo del percorso di senso prescelto. Romano è convinto che ciò che manca in internet sia il “pubblico”, non il “privato”, e indica nell’identità e nell’autorevolezza il punto debole del sistema. L’affidabilità potrebbe essere l’antidoto: un’affidabilità costruita sull’accuratezza, l’autorevolezza, l’obiettività, l’aggiornamento e la congruità di ambito. Il libro termina presentando la potenza creativa ed espressiva del mezzo, ma senza sottacere la minaccia del controllo totale. Le idee proposte in “La città che non c’è” n

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