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La storia della letteratura è, da sempre, legata inesorabilmente alla critica letteraria, critica che per natura è il tramite tra l'autore e il lettore contemporaneo e futuro. La poesia a sua volta è la scrittura che più di ogni altra parla direttamente all'animo del lettore ma che più è sottoposta al filtro della critica. Le statistiche ci mostrano ogni giorno come crescano sempre più gli scrittori e diminuiscano i lettori e certo la poesia non gode di ottima salute; alcune volte però è possibile trovare delle piccole e discrete novità che rincuorano sul futuro di questa magnifica forma d'arte. Cinque quarti. Banlieue di Sandro Olimpi è una di queste novità. Ogni singolo verso di ogni singola poesia trasmette non solo il mondo interiore dell'autore, ma addirittura il mondo immaginifico del suo retroterra personale finanche famigliare e regionale. La scrittura è continuamente pervasa dalle incursioni di versi o parole di altri poeti, testimoni e protagonisti dell'esperienza letteraria che si va costruendo tra le righe. In apertura Reiner Maria Rilke ci offre una chiave di lettura ma soprattutto di riferimento. Già nelle prime battute ci imbattiamo nella più vera e più intima delle esclamazioni baudleriane: Tu, hypocrite lecteur! - mon semblable, - mon frère! La lettura prosegue come un viaggio, una navigazione in cui non vengono risparmiati dolori e scossoni, e in cui non manca la presa di coscienza che la modernità, per essere concreta e reale, deve necessariamente guardare al passato. Il mondo che viene raccontato è un mondo senza tempo fatto principalmente di ombre, la scrittura è chiusa quasi ermetica, ma con chiari riferimenti al simbolismo francese e al decadentismo. La ricchezza della scrittura e del sottotesto ci mostrano inequivocabilmente che con Cinque quarti. Banlieue è nato un Poeta. Ludovica Giuliani
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