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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2004
"L'Apennino emiliano e la via Emilia hanno rappresentato una sorta di luogo generativo di cultura musicale, dal quale sono emersi artisti come Ligabue, Zucchero, Vasco Rossi, Francesco Guccini (...) Qualcosa di veramente originale è nato proprio lì forse una colonna sonora, quella dei nostri sentimenti". Sono parole di Pier Vittorio Tondelli (uno dei punti di riferimento di Ligabue, assieme a Gianni Celati e Andrea Pazienza), che aveva interpretato i sentimenti della terra evocata in modo così personale e appassionato. Ciò che accomuna i personaggi citati è proprio la loro capacità di trasmette emozioni, e tale qualità si estrinseca, pensando a Ligabue, attraverso un bisogno impellente di raccontare storie declinandole in forme narrative diverse: canzoni, racconti, film. L'artista di Correggio scrive canzoni, le suona e le incide; scrive storie, le raccoglie e le pubblica; scrive sceneggiature e le realizza, come sottolinea Fabio Francione, curatore del volume in cui vengono proposti tre saggi: Adriano Aprà si concentra sul lavoro di Ligabue per il cinema, Anna Modena si dedica alle sue prove letterarie, mentre Enzo Gentile volge l'attenzione alla sua carriera come musicista. Completano la pubblicazione due ampie antologie critiche sui film Radiofreccia (1998) e Da zero a dieci (2002) e la sceneggiatura di quest'ultimo.
Quasi tutti gli interventi su Ligabue regista concordano nel sottolineare alcune caratteristiche comuni ai due film da lui realizzati: la predilezione per la messa in scena di storie d'amicizia (in particolare maschile), per l'ambientazione provinciale (Correggio e poi Rimini), per l'evasione dalla quotidianità. In entrambe le opere - sottolinea nel suo bell'intervento Adriano Aprà - i personaggi vivono per momenti, che vorrebbero essere nel bene e nel male "momenti di gloria": "Ligabue prova a filmare i suoi vitelloni come 'eroi', accesi da uno stile così incandescente da proiettare in un concerto di suoni e luci i loro frammenti di vita". Il successo di Radiofreccia e di Da zero a dieci , così poco "provinciali" nonostante i temi trattati, conclude Aprà, sta nella loro capacità di "epicizzare il banale con colori decisi, illuminazioni antinaturalistiche, timing sapientemente sincopato del montaggio, tanto nelle velocizzazioni quanto nelle improvvise decelerazioni; o al contrario con piani-sequenza sorprendenti o movimenti di macchina inusuali".
Ligabue, per concludere, possiede uno stile personale e convincente, che si avvale anche di un originale utilizzo della musica. Non a caso il critico cinematografico Gino Gastaldo ha definito l'esordio alla regia di Ligabue, Radiofreccia , come "il primo vero film rock italiano", per la sua capacità di assemblare la colonna sonora - da David Bowie ai Weather Report, da Lou Reed a Iggy Pop - in funzione significante.
Sara Cortellazzo
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