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Un ciclo di poesie poco conosciute del filosofo e critico tedesco Friedrich Schlegel viene, a distanza di anni, musicata da Franz Schubert. Il compositore, pur con un approccio frammentario ed anacronistico ai testi, riesce a regalarci dei dipinti sonori coerenti con il mondo romantico, fragile e solitario, che contraddistingue la sua musica. Le poesie dell'Abendröte sono pillole di filosofia schlegeliana, moderate da un linguaggio semplice e naturale che pare a volte dettato dal Divino, ad eccezione della sofferta Fülle der Liebe, pregna di riferimenti ed autocitazioni del più celebre e appassionato romanzo Lucinde. La 'Bildung', la frammentazione dell'io, l'arte come forma e rappresentazione del Divino, ma soprattutto l'abbandono delle certezze come condizione essenziale del ritrovare sé stessi - tematiche fondamentali della filosofia schlegeliana - sono spiegati gradualmente, comparate alla struttura del testo ed alle immagini poetiche. Particolare rilievo è stato dato al Lied Der Wanderer dove il viandante, figura simbolica di un viaggio interiore e dell'eterno ritorno, muove i suoi passi benignamente protetto dal manto celeste e sospinto verso casa dal vento del cambiamento così magicamente dipinto, letteralmente e musicalmente, nel Lied Die Gebüsche. Non mancano citazioni sul pensiero musicale di importanti protagonisti della 'Frühromantik', concordi nell'affermare la supremazia della musica fra i vari linguaggi dell'arte e la sua insuperabilità nell'espressione e comunicabilità dei sentimenti umani, poiché il musicista ode dal di dentro, in un'inversione dei sensi per gli altri incomprensibile.
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