È la storia di Tata Nati, orologiaio divenuto cieco a 11 anni, di suo figlio adottivo Bartolo, abile scultore, e di Maria Luce, donna affascinante di cui quest’ultimo si innamora perdutamente. Ma poi anche il vecchio Tata Nati ne subisce l’incantesimo e allora le cose si complicano. Un antico baule custodisce un segreto che solo alla fine verrà svelato, o forse no. Ogni voce racconta se stessa e gli altri, in una vertigine ripetitiva solo all’apparenza, ma che cambia le carte in tavola via via che si procede nel racconto. Nasce per essere rappresentato su un palcoscenico da due attori e un’attrice. Si sviluppa, però, anche in orizzontale, su carta. Due registri di lettura, dunque, ma una sola chiave narrativa: rielaborare una categoria della nostalgia che non si appiattisce nella memoria delle cose di una volta, ma che ne fa un mito fondatore, un nuovo terreno dove piantare nuovi semi e vederli crescere.)
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